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Covid 19, ecco le testimonianze di chi lo ha vissuto in prima persona

Il Covid ha impresso nella memoria silenzi e immagini indelebili, ma anche profonda speranza di rivincita dell’umanità sulla malattia: come l’ospedale Covid realizzato a Milano nei padiglioni della Fiera al Portello. È per questo che tre anni dopo lo tsunami pandemico, Fondazione Fiera Milano ha deciso di realizzare insieme a Regione Lombardia un toccante video per dare voce, senza filtri o retorica, a uomini e donne che hanno vissuto in prima persona quel periodo critico in una regione, la Lombardia, colpita per prima dal virus e più duramente delle altre. Scandito dalle parole di undici tra medici, infermieri, operatori sanitari, sacerdoti e pazienti, il video ne ripercorre le storie, dall’abnegazione del personale sanitario alla solitudine dei malati, mettendone in risalto la comune, profonda umanità.

 

Pazzali: “Grazie al lavoro di tante persone straordinarie”

Il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali

“Avevo paura, tutti avevano paura”. Ma anche “voglia di reagire” di creare tutti insieme “qualcosa di grande”, scrive il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali nell’ introduzione al libro “12 Respiri Ospedale in Fiera Milano. Storia di una esperienza eccezionale”. Una grande opera, quella dell’ospedale Covid in Fiera, nata dal cuore di Milano, dalla disponibilità di Guido Bertolaso a raccogliere la sfida e dalla generosità di importanti imprenditori, come il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio (scomparso nel giugno del 2022) e di tanti altri benefattori: oltre 6mila le persone che hanno deciso di contribuire al progetto. Da un lato “Ci sentivamo di essere davanti a una sfida che ci riempiva di angoscia”. Dall’altro lato vi era la consapevolezza che “non era prevista” la possibilità di fallire l’obiettivo, prosegue Pazzali, rimarcando come sia stato proprio il lavoro svolto “insieme” da “tante persone straordinarie” a rendere possibile l’apertura dell’ospedale. Tutto proprio mentre quello stesso avverbio “insieme” diventava sempre più “sinonimo di contagio” e la paura avvolgeva le città in un silenzio artificiale, squarciato unicamente dalla sirena delle ambulanze a rintoccare, come campane impazzite, ogni minuto del giorno e della notte.

 

Fondazione Fiera Milano ricostruisce la speranza

Tre i periodi di apertura (aprile-giugno 2020; ottobre 2020-giugno 2021; gennaio-febbraio 2022) dell’ospedale, realizzato in soli 15 giorni mentre in tutto il Paese la fame daria dei malati stava mandando al collasso molti altri centri, rendendo indispensabile creare subito nuovi reparti di terapia intensiva. La struttura a Fiera Milano è divenuta così il luogo dove curare i casi più gravi di Covid, con l’obiettivo di liberare progressivamente altri presidi per le restanti patologie. Realizzare e far funzionare l’ospedale è stata una sfida organizzativa impressionante – più di 800 le maestranze coinvolte, 50 i chilometri di cavi elettrici utilizzati per cablare i 25mila metri quadrati dei 2 padiglioni del Portello – resa possibile dalla collaborazione appunto tra Fondazione Fiera Milano, l’anima del progetto, e il Policlinico di Milano a cui è stata poi affidata in gestione la struttura. Sono stati 22 i giorni di degenza media dei malati nei 157 posti letto disponibili, oltre 530 i pazienti gravi intubati e ventilati artificialmente durante la pandemia e più di 500 gli operatori sanitari (tra cui 90 medici e 200 infermieri) al lavoro contemporaneamente nell’arco delle 24 ore all’apice dell’emergenza.

 

 

L’ospedale Covid voluto da Fiera Milano è stato realizzato in soli 15 giorni: 157 i posti letto disponibili e oltre 530 i pazienti gravi intubati e ventilati artificialmente durante l’allarme pandemico

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