Zanzara tigre

Cruciani: “Vannacci come Navalny, serve una ribellione”

Zanzara 29 febbraio 2024

Nell’ultima puntata della Zanzara, Giuseppe Cruciani ha esordito commentando la sospensione del generale Vannacci: “La notizia è vergognosa. Quello che abbiamo sentito in queste ore dovrebbe meritare una ribellione. Precisiamo subito: io l’ho visto una sola volta vita mia e ci saremmo sentiti al telefono tre volte quindi non ho alcun legame, ho solo una stima perché una persona che ha il coraggio di esprimere le proprie idee. È una persona che dice quello che pensa; alcune cose le condivido, mentre altre no. Sto parlando di un funzionario dello Stato dell’Esercito che di nome fa Roberto e di cognome fa Vannacci. Ci dovremmo tutti ribellare all’accerchiamento che gli stanno facendo. Peggio di un tiro al piccione, anzi di un tiro al Vannacci. La situazione sta diventando anche pericolosa. Nell’accusa di istigazione all’odio raziale c’era solo del ridicolo, ma era comunque un attacco alla libertà di espressione. Finché si trattava di piccole cazzatine da parte di organizzazioni chi se ne fotte. Oggi è stato sospeso con stipendio dimezzato dal ministero della Difesa per la pubblicazione del libro «Il mondo al contrario» per avere espresso le proprie idee che hanno provocato evidentemente imbarazzo alle forze armate. Io la dico grossa: sembra Navalny. Nessuno lo ammazzerà per fortuna, ma sembra una specie di Navalny italiano. Lo so che è un’esagerazione, ma che ha fatto alla fine sto signore? Ha detto quello che pensa. Non ha detto che vuole ribaltare lo stato o che vuole ammazzare i gay o i neri”.

Cruciani ha poi rivolto un abbraccio al presidente Javier Milei per aver abolito il linguaggio inclusivo dalle amministrazioni pubbliche argentine: “Seconda cosa, voglio abbracciare il presidente dell’Argentina Millei. Ovviamente anche qui alcune volte sono d’accordo ed altre volte no, ma ha fatto una cosa straordinaria. Ha fatto fuori il linguaggio inclusivo da tutte le amministrazioni pubbliche argentine. Lo sai qual è stata la risposta alla critica? «Qui si parla spagnolo»”.

Cruciani ha infine concluso il suo editoriale di inizio trasmissione commentando quanto sta succedendo alla Biennale di Venezia: “Chiudo con quello che sta avvenendo a Venezia ache se sarà una piccola cosa che non interessa alla stragrande maggioranza delle persone. Ci sono più di 10.000 artisti che vogliono cacciare Israele. Dicono no ‘al padiglione del genocidio’. Andate a fare in cu**”.