Cronaca

Da Pregliasco a Canfora, la follia targata “sinistra” - Seconda parte

Il televirologo se la prende con la cravatta mentre lo storico accusa la Meloni di neonazismo

Canfora: “Meloni neonazista”

Ma prendersela col fantavirologo di turno sarebbe riduttivo, ci sono pure gli psicostorici, citofonare Luciano Canfora, il faro di cultura che ancora nel 1994, a Muro franato considerava Stalin meglio di Gorbaciov con le precise parole, raccolte da Adnkronos: “L’opera di Stalin è stata positiva anche se aspra per la Russia al contrario di quella di Gorbaciov”. Aspra, che sarà mai. In senso ammirativo, quasi estatico. Per cui non sorprende che lo stesso guru di certa sinistra, e purtroppo certa destra che basta odiare l’Occidente e ci si fionda, possa definire la Giorgia Meloni una nazista; o, almeno, questo è quanto tutti avevano capito, senonché il raffinato filologo greco si sente in dover di correggere, anche discretamente piccato: no, non ho detto nazista, ho detto neonazista, è diverso. Che ne sapete voi, massa cafona, conformisti, servi della gleba e merdajoli, conte Mascetti dixit, di certe sfumature. Neonazi, per il complesso intellettuale, è “uno che non accetta e non rispetta l’unità del genere umano”.

Ma infatti, come fa Giorgia a sentirsi offesa? Qui si fa dell’Accademia, signori. Domanda dalle mille pistole (o mille pistola): cara Meloni, vale la pena di sprecarci una querela? Che poi novantanove su cento ti capita un giudice profondo rosso che gli dà ragione e ti condanna pure alle spese? Ma la colpa, ripetiamo, è solo nostra. I coglioni siamo noi, che riconduciamo un periodo inverecondo, che peraltro non finirà, alle estrinsecazioni dei Pregliasco e dei Canfora, personaggi che solo gli sprovveduti possono definire “virologo/storico da bar”. No, da bar siamo noi, che ci caschiamo sempre, questi fanno il loro mestiere, che si chiama autopromozione, vanno in tivù e vivono felici. Anche perché la loro portata viene ampiamente esagerata: sono effetti, ma li considerano cause molto efficienti. Influenti. Virali. Sono il fallout di questi mala tempora che currunt, currunt, ma non passano mai.

E noi qui, che ci scazziamo a discutere di uno che non mette la cravatta perché fa pandemia, o sfruculia tra nazi, paleonazi, neonazi. Che gesticolano, tipo il professor Orsini, quello che gesticola come un Mughini che ce l’ha fatta ancora meno, e dice: meglio sotto dittatura ma vivi. Jan Palach e gli altri non avevano capito niente, erano dei neonazi, dei cravattari, dei coglioni. E noi, noi che amiamo la libertà su tutto, noi con loro.

Max Del Papa, 13 aprile 2022

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