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D’Acunti: “Invesco in road show in tutta Italia. Al Paese serve un salto d’orgoglio”

Da un lato ci sono l’economia mondiale che proseguirà sul cammino di ripresa, pur tra qualche scossone conseguente alla crisi di Evergrande e alla stretta normativa decisa dalla Cina, dall’altro ci sono i risparmiatori che continuano ad aumentare la massa di denaro abbandonata infruttifera sul conto corrente invece di investire sul loro futuro e su quello dei figli. Superare questa “disconnessione” è la grande sfida che ha davanti a sè oggi l’industria del risparmio gestito e che Invesco ha deciso di affrontare tornando sul territorio. “Da inizio ottobre avvieremo un road show che toccherà 19 città in tutta Italia”, ha annunciato Giuliano DAcunti, country head Italy del colosso del risparmio durante il dibattito “Disorientati! Tra accelerazione digitale e tassi a zero” tenutosi a Milano durante il recente Salone del Risparmio e a cui hanno partecipato Alberto Dalmasso, co-founder e ceo di Satispay, e Nicola Porro. Una sfida quella di riconnettere famiglie e Borse – è emerso durante lincontro moderato da Leopoldo Gasbarro – che per essere vinta non può precludere anche da un migliore e differente modo di comunicare. Obiettivo: non convincere ma coinvolgere davvero la clientela. Tenendo bene presente che è compito delle istituzioni e delle società che operano in ambito finanziario rendere la finanza accessibile ai risparmiatori. Un risparmiatore che oggi, a partire dall’ex Bot people, oggi si sente spaesato, appunto “Disorientato” dinanzi ai bruschi saliscendi delle Borsa e ai tassi azzerati e, vinto dalla paura, si rifugia nella liquidità. Ma purtroppo, quello che oggi appare un porto sicuro, potrebbe essere messo in discussione non appena l’inflazione tornerà a rialzare la testa in modo strutturale. O addirittura, andando sul concreto, anche il percepito senso di sicurezza nell’investimento immobiliare potrebbe vacillare se ci soffermasse a riflettere  che – come qualsiasi altro asset – anche il mattone cambia di prezzo ogni giorno o sulla progettata riforma del catasto.

Giuliano D’Acunti, country head Italy di Invesco

 

Certo non è semplicissimo fare comprendere ai meno avvezzi che Bund e Btp hanno tassi negativi, e che quindi “costano” anziché “rendere” del denaro. Qualcosa tuttavia sta già cambiando, ha ricordato D’Acunti, sottolineando come dei 58 miliardi di masse raccolti nel sistema Assogestioni da inizio anno 2021, la metà sia confluita nei fondi azionari;  ed è la prima volta che accade. Gli italiani – hanno convenuto gli ospiti sul palco – vanno accompagnati alla scoperta dei mercati, ormai dominati in modo stabile dai tassi a zero, anche con nuovi strumenti di interazione digitale, così da aiutarli a toccare con mano i risultati step by step, affiancando l’incontro in presenza del consulente alle nuove tecnologie. Ma come è meglio avvicinarsi oggi alle Borse? “Invesco privilegia nella composizione del portafoglio le asset class con un profilo rischio/rendimento più elevato, quindi l’equity globale; quanto alla parte obbligazionaria  il nostro focus è invece sui Paesi emergenti o comunque i titoli ad alto rendimento. Tutto questo però in modo disciplinato e diversificando, perchè nei prossimi mesi assisteremo ancora a una marcata volatilità”, sottolinea D’Acunti che invita a leggere in positivo anche la stretta in corso da parte della Cina su Fintech e privacy perchè questo in prospettiva aumenterà la trasparenza del mercato dell’ex Celeste impero. Un Dragone peraltro già spesso più attrattivo per un investitore estero dell’Europa e ancora più dell’Italia, penalizzata da problemi strutturali e culturali da sempre irrisolti. Proprio per il Belpaese è però il momento di saper imprimere un colpo di reni alla ripresa avviata dal governo Draghi sia completando le riforme promesse sia riscoprendo lo strumento dei Pir (i Piani individuali di risparmio) che – giova ricordarlo – devono investire il 70% del proprio patrimonio in azioni e bond di società del made in Italy che non fanno parte né dell’indice FtseMib né delle mid cap. “Mi piacerebbe – ha concluso D’Acunti – che il nostro Paese fosse attraversato da un sussulto di orgoglio: abbiamo superato il Covid dando grande prova di resilienza, ci siamo affermati agli Europei di calcio e al song contest degli Eurovision. Vorrei che a questo entusiasmo si affiancasse la consapevolezza che in Italia ci sono aziende sane che, forse non diverranno unicorni, ma hanno tutte le carte in regola per attrarre investitori stranieri”.

 

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