Giustizia

Daniela Santanché rinviata a giudizio. E adesso?

La ministra del Turismo va a processo per falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore

santanchè

La ministra del Turismo Daniela Santanché va a processo per falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, gruppo da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche nel 2022, e di recente anche le quote. Questo quanto stabilito la gup di Milano Anna Magelli che, al termine di una breve camera di consiglio, ha dato ragione alla tesi della procura meneghina.

La prima udienza del processo che vede imputata la Santanchè è in calendario per il prossimo 20 marzo, davanti alla seconda sezione del tribunale di Milano. Davanti alla corte, oltre alla ministra, compariranno anche altri 16 imputati – tra cui il suo compagno Dimitri Kunz d’Asburgo – e una società. Nessuna sorpresa, il primo commento dell’avvocato Nicolò Pelanda: “È una decisione che ci aspettavamo, ma che lascia l’amaro in bocca. Dimostreremo nel processo l’estraneità della ministra Santanchè alle accuse”.

“Proprio nei giorni avevamo depositato al giudice gli esiti di un vecchio fascicolo che aveva sostanzialmente miniato uno dei presupposti che vengono portati oggi dalla procura di Milano a fondamento della necessità di svalutare la voce avviamento imposte anticipate” ha aggiunto l’avvocato della Santanchè: “Oggi ci si dice dalla procura che i piani industriali conterebbero previsioni eccessivamente ottimistiche e da qui la necessità di apporre sulle svalutazioni quando nel vecchio procedimento la Guardia di finanza di Milano, in conclusione sposate dalla procura che ha chiesto e ottenuto l’archiviazione, sosteneva invece che quei piani industriali contenevano previsione addirittura di natura conservativa. Siamo convinti di dimostrare l’estraneità della dottoressa Santanchè dalle contestazioni e sarà il dibattimento a darci ragione”.

L’indagine per falso in bilancio che riguarda la Santanchè è scaturita dalle denunce di alcuni soci di minoranza, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno e altri piccoli azionisti, sulle presunte irregolarità nei conti della società. In questi mesi, la procura di Milano, tramite i pm titolari dell’indagini, Maria Gravina e Luigi Luzi, ha ribadito più volte la richiesta di rinvio a giudizio, oggi accolta. La ricostruzione dei pubblici ministeri era stata contestata dala della Santanchè, sottolineando che “non è stata effettuata alcuna operazione di maquillage dei bilanci” e che la difficile situazione di Visibilia, comune ad altre aziende del settore, era nota, “tutti sapevano che la società faceva perdite”. C’è anche un altro filone, quello per la presunta truffa all’Inps sulla cassa Covid, sul quale la Corte di Cassazione il prossimo 29 gennaio deciderà invece sulla competenza territoriale tra Roma o Milano. La Procura ipotizza inoltre anche il reato di bancarotta fraudolenta nell’ambito delle indagini sul fallimento di Ki Group Srl, una delle società del gruppo bio-food presieduto dalla Santanchè fino al 2021.

Ora cosa accadrà? Difficile dirlo. La sinistra, dalla Schlein ai giustizialisti del Movimento 5 Stelle, ha già invocato le dimissioni. Durante la conferenza stampa organizzata dall’Ordine dei giornalisti e della stampa parlamentare, il premier Giorgia Meloni non aveva negato l’ipotesi di un passo indietro: “Non sono la persona che giudica queste cose prima che accadono, vediamo cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente con il ministro Santanchè”. Ricordiamo che a settembre la ministra si era già difesa, negando di essere pronta a farsi da parte: “Non mi pare di avere un processo o una condanna. Poi se voi ritenete che un avviso di garanzia debba portare alle dimissioni da ministro, è una opinione vostra. Ho fiducia nella magistratura e non ho partecipato a processi mediatici ma come è giusto che sia sono sempre stata presente nelle sedi opportune, ho spiegato in Parlamento”.

I partiti di maggioranza si sono schierati al fianco della ministra. Oltre al suo partito, FdI, anche Lega e Forza Italia hanno espresso vicinanza alla Santanchè. Così il Carroccio: “Si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima: ribadiamo la fiducia al ministro Santanchè”. Sulla stessa lunghezza d’onda gli azzurri: “Siamo garantisti sempre, non da oggi: si è innocenti fino alla condanna definitiva. Vale per un privato cittadino come per un ministro. Ribadiamo la fiducia di Forza Italia a Daniela Santanchè”.

Franco Lodige, 17 gennaio 2025

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