Esteri

Guerra in Ucraina

Demoralizzato e deluso dagli alleati: Zelensky mai così in crisi

“Nessuno crede nella nostra vittoria come ci credo io, nessuno”: così Zelensky al Time. Dito puntato contro gli alleati: ecco perchè

Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky © Trey Musk tramite Canva.com

Non sono giorni semplici per Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino da oltre un anno e mezzo fa il possibile per mantenere il consenso internazionale, in particolare quello dell’Occidente, ma negli ultimi tempi qualcosa è cambiato. Il numero uno di Kiev aveva già espresso qualche malumore a settembre, dopo il vertice delle Nazioni Unite. Le difficoltà sul campo contro le truppe russe ha amplificato il malessere, complice l’atteggiamento degli alleati. “Nessuno crede nella nostra vittoria come ci credo io, nessuno”, il j’accuse affidato ai microfoni del settimanale americano Time.

Demoralizzato e deluso dall’Occidente: questo il sentimento di Zelensky in una fase cruciale della guerra contro Putin. In particolare, il presidente ucraino s’è detto stanco di dover continuare a convincere gli alleati circa la possibile vittoria contro Mosca. L’impressione è che la mobilitazione internazionale si stia lentamente erodendo: “La cosa più paurosa è che una parte del mondo si è abituata alla guerra in Ucraina, la stanchezza per la guerra di diffonde come un’onda, lo vediamo negli Stati Uniti, in Europa”, il Zelensky-pensiero.

A dare forza a questa riflessione lo scoppio del conflitto in Medio Oriente: l’invasione russa – un quinto del territorio ucraino occupato, decine di migliaia di civili e militari uccisi – sembra essere finita in secondo piano. E la rabbia di Zelensky è palpabile: l’ottimismo è un lontano ricordo, emerge soprattutto un filo di acrimonia nei confronti di chi non aiuta come potrebbe, forse dimenticando gli sforzi incessanti di questi venti mesi.

Zelensky è sconfortato, l’ottimismo vacilla e vengono meno le battute per stemperare la tensione. Si sente persino tradito, il timore è che l’aiuto a Israele possa mettere a rischio quello all’Ucraina. E c’è un altro fattore da non sottovalutare: nel corso dei prossimi mesi si andrà al voto in molti Paesi e l’orientamento – specialmente a sinistra – potrebbe mutare considerevolmente sul conflitto tra Mosca e Kiev. L’esempio slovacco è emblematico.

Massimo Balsamo, 3 novembre 2023