Cronaca

“Disturbato mentale”. Il delirio di Severgnini su Trump (ma su Biden tutti zitti)

L’affondo del giornalista contro il presidente Usa. Ma i media (italiani e non) hanno nascosto per mesi la salute di Joe

© Sadeugra tramite Canva.com

Durante un intervento televisivo dell’11 aprile 2025, il giornalista e scrittore Beppe Severgnini ha espresso giudizi netti su Donald Trump. “Un anziano problematico così lo farei vedere da uno bravo”, ha dichiarato Severgnini, sottolineando la sua percezione di alcune caratteristiche caratteriali dell’ex presidente degli Stati Uniti. Questo non è stato il primo riferimento di Severgnini a Trump, ma ha comunque attirato molta attenzione per il tono diretto delle sue parole.

L’intervento di Severgnini

Pochi giorni prima, l’8 aprile 2025, Beppe Severgnini aveva partecipato alla terza edizione del festival di letteratura storica “La storia tra le righe”, tenutosi al Teatro Tirinnanzi di Legnano. Durante l’evento, ha presentato il libro “Socrate, Agata e il Futuro” e condiviso pensieri sulla filosofia dell’invecchiamento. E anche lì Severgnini si era soffermato anche sulle dinamiche del presente, definendo Trump “un presidente tossico”. Non solo per le sue scelte nei dazi commerciali, ma anche per il tipo di messaggio che invia alla società, incoraggiando atteggiamenti aggressivi. “Cravatta rossa, braccia larghe, ‘io vi sfido’. È tossico perché incoraggia ad essere cattivi”, aveva affermato, legando i suoi giudizi al tema più ampio della responsabilità sociale e delle modalità di leadership.

Il dibattito sulla salute di Trump. E Biden?

Ma è in diretta da Lilli Gruber che il giornalista ci è andato giù duro: “Se fosse un mio parente, un anziano problematico così lo farei vedere da uno bravo. Negli Usa la bibbia dei disturbi mentali si chiama DSM, lui ne ha una collezione. Oggi è scatenato, che vuol dire ‘senza catene’. Le catene del primo mandato erano l’inesperienza, il rispetto per l’istituzione in cui entrava, alcune persone intorno a lui che erano repubblicani vecchio stampo. Ma tutto questo non c’è più: l’attentato ha cambiato qualcosa nella sua testa. Lui si sente autorizzato a fare di tutto. È un caso abbastanza inquietante”.

Ok, tutto bene. Ci permettiamo solo una piccolissima annotazione. Quando Joe Biden era ancora al potere e nel mondo imperavano le guerre, alcuni commentatori avevano fatto notare che la salute dell’ex presidente Usa sembrava inadatta a tenerlo sul piedistallo più alto del mondo. Le tante gaffe e cadute erano lì a testimoniarlo. Eppure nessuno tra gli osservatori italiani ha mai chiesto a Sleepy Joe di fare un passo indietro, non finché l’ormai famoso dibattito televisivo non ha messo in chiaro tutti i limiti dell’ex inquilino della Casa Bianca. Ci sono fior fior di esempi, sulla stampa Usa ma anche su quella italiana, in cui i giornali prima del dibattito spacciavano le video-figuracce di Biden per “propaganda russa” o “repubblicana”; per poi cambiare idea a dibattito avvenuto, fischiettando e facendo finta di nulla. Potremmo sbagliare, ma non ci ricordiamo un Severgnini così attivo nel denunciare il decadimento cognitivo di Joe. No?