Esteri

È morto Jean-Marie Le Pen

L’annuncio della famiglia: si spegne lo storico leader del Front National. Padre di Marine, ne è stato l’ispiratore

jean-marie Le Pen

Jean-Marie Le Pen è morto all’età di 96 anni. Dirigente storico dell’estrema destra francese, fu il fondatore del Front National. È padre di Marine Le Pen, leader del Rassemblement National che dal FN trae origine. L’ex politico è morto in una struttura in cui era ricoverato da settimane. “Circondato dai suoi cari, Jean-Marie Le Pen, è stato richiamato a Dio oggi alle 12”, si legge in un comunicato della famiglia.

Jean-Marie Le Pen, figura emblematica e divisiva della politica francese, era nato nel 1928 in Bretagna a Sainte-Trinite-sur-Mer dove ha trascorso la sua infanzia in una famiglia umile, segnata profondamente dalla perdita del padre a causa di una mina finita nella sua rete da pescatore, un evento che ha contribuito a forgiare il suo acceso senso del patriottismo. Rimasto orfano a causa della guerra, venne adottato dallo Stato come “pupillo della Nazione”. Caratterizzato da una personalità carismatica e da doti oratorie notevoli, Le Pen focalizzerò la sua attenzione politica su temi caldi come l’immigrazione e l’identità nazionale, facendo della lotta contro l’influenza straniera uno dei pilastri del suo programma. Storiche le sue battaglie per la pena di morte e per una maggior indipendenza di Parigi dall’Ue.

Dopo la laurea in legge nel 1953, si arruolò nella Legione straniera e nel 1954 venne mandato in Indocina. Qui iniziò il suo impegno politico: al rientro diventò uno dei più giovani deputati francesi. La sua ascesa politica è stata segnata soprattutto dalla fondazione del Front National nel 1972, dopo un’ulteriore esperienza militare in Algeria, partito attraverso il quale ha cercato di riportare l’estrema destra nell’arena politica del paese, promuovendo una Francia fedele alle proprie origini. Nonostante il successo e il sostegno ottenuto da una parte dell’elettorato, la carriera di Le Pen è stata costellata da molteplici controversie, spesso legate a dichiarazioni che hanno minimizzato l’Olocausto o che sono state interpretate come espressioni di antisemitismo, razzismo e xenofobia. Le Pen, tuttavia, ha sempre respinto queste accuse, presentandosi come un difensore dell’identità della “Francia eterna”.

Le Pen si è candidato alle presidenziali del 1974 (dove prese appena lo 0,75% delle preferenze), del 1988 (14,38%), del 1995 (15%). Il momento più alto, dal punto di vista politico, arrivò senza dubbio nell’aprile del 2002 quando Le Pen padre sconfisse al primo turno delle presidenziali il candidato socialista Lionel Jospin e arrivò al ballottaggio contro Jacques Chirac. Come da tradizione in Francia, “problema” che ancora oggi pure la figlia è costretta ad affrontare, l’intero fronte politico si coalizzò con Chirac per impedire l’elezione di Le Pen. Il quale infatti uscì sconfitto dal ballottaggio in quella che però viene ricordata come una delle elezioni più travagliate della storia francese.

Il rapporto tra Jean-Marie Le Pen e sua figlia Marine, a cui nel 2011 passò il testimone, è stato complesso. Soprattutto a seguito della decisione di quest’ultima di espellerlo dal partito nel 2015 e di rinominarlo nel 2018 “Rassemblement National” in un tentativo di allontanarsi dall’immagine controversa legata al suo fondatore. In quegli anni, Le Pen padre aveva ribadito dichiarazioni choc sulle camere a gas naziste considerate “un dettaglio” della Seconda Guerra Mondiale”. Questo passo ha rappresentato una frattura definitiva sia a livello familiare che politico.

Nonostante le polemiche, è innegabile che Le Pen abbia lasciato un’impronta profonda sulla politica francese, influenzando in maniera significativa il dibattito su temi come l’immigrazione e l’identità nazionale. La sua abilità nel mobilitare l’elettorato ha costretto i rivali politici ad affrontare le questioni da lui sollevate, modificando così il panorama politico del paese. Negli ultimi anni, complicanze di salute hanno costretto Le Pen a ritirarsi progressivamente dalla vita pubblica, benché abbia continuato a far sentire la sua voce fino agli ultimi momenti.

La sua morte segna un capitolo importante per il “Rassemblement National” guidato da Marine Le Pen, che ora si trova di fronte alla sfida di consolidare la posizione del partito come principale forza politica in Francia, cercando al contempo di gestire l’eredità lasciata dal padre. “Al di là delle polemiche che erano la sua arma preferita e dei necessari confronti sul merito, Jean-Marie Le Pen è stato una personalità della vita politica francese – ha affermato il premier francese, Francois Bayrou – Abbiamo capito, combattendolo, che combattente fosse”. Emmanuel Macron invece si è limitato a ricordarne “il ruolo nella vita pubblica” della Francia che era verrà sottoposto “al giudizio della Storia”.

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