Cultura, tv e spettacoli

È morto l’uomo che difese le crociate

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Non senza ragione si dice che la storia la scrivono i vincitori. Vale anche per la storia delle idee, soprattutto quella delle opinioni comuni e dei pregiudizi che permeano le società, costituendo in qualche modo il sapere di sfondo che ci porta in maniera automatica a dare dei giudizi e delle definizioni che ci sembrano “naturali” e che invece sono il prodotto di determinate e interessate azioni storiche.

Il pregiudizio del Medioevo buio

Non c’è dubbio che, da questo punto di vista, con la sua idea del philosophe, cioè di un intellettuale impegnato nella società a diffondere i “lumi” e a combattere le “superstizioni”, l’illuminismo abbia dato il tono all’epoca moderna. In una parola, ha “rivoluzionato” il nostro modo di pensare, cioè quel bagaglio di idee riflesse che ci portiamo dentro. A farne le spese sono stati soprattutto la religione e il cristianesimo, che avevano svolto precedentemente quel ruolo significante e mitopoietico che gli illuministi hanno a un certo punto preteso con successo per sé.

Ecco allora l’idea della Chiesa cattolica come fucina di intolleranza e dispotismo a buon mercato; quella del clero come agente del male o quella ancora del Medioevo come un’età di “infamia” e “superstizione”, un insieme di “secoli bui” la cui eredità, ancora presente ai nostri tempi, sarebbe stata inesorabilmente sconfitta dall’avvento della Luce della Ragione. Idee che hanno inciso così profondamente nel senso comune che anche nel linguaggio noi bolliamo come “medievale” ciò che ci sembra attardato rispetto a un’evoluzione inarrestabile dell’umanità verso il meglio (inutile dire che anche l’idea di Progresso è di origine illuministica).

Contro i luoghi comuni anticattolici

Idee che, prima di essere accettate o rifiutate, andrebbero commisurate criticamente con una visione non parziale o partigiana, o semplicemente falsa, dei fatti storici e con altre e ugualmente (o più) compiute interpretazioni degli stessi. Che è quanto ha fatto per una vita, con rigore e ostinazione, fra mille ostracismi, accademici e sociali, Rodney Stark, il grande sociologo americano delle religioni morto ieri l’altro a Woodway, nel Texas, all’età di ottantotto anni (era nato a Jamestown, nel North Dakota, l’8 luglio 1934). Direttore dell’Istituto di studi religiosi dell’Università texana di Baylor, ove aveva insegnato nell’ultimo periodo della sua attività, Stark era di fede luterana, il che dà ancor maggior peso alle sue ricerche nella parte volta a raccogliere elementi che contraddicono quei “luoghi comuni” anticattolici che sono veri e propri “falsi storici”. Stark smontò, o quanto meno relativizzò e storicizzò, idee ormai date per “vere” in senso assoluto, e perciò nemmeno più discutibili: che l’antisemitismo sia strutturale alla Chiesa cattolica; che le crociate siano solo un bieco esempio di colonialismo; che la Santa Inquisizione sia stata un’istituzione di tipo “criminale”; che il caso Galileo sia tato il portato di una mentalità oscurantista ostile alla scienza moderna; ecc. ecc.

Due insegnamenti

Stark ha definito “bigotti” gli scienziati che assumono questo atteggiamento di chiusura preconcetta verso le religioni e verso il cattolicesimo, il che è sicuramente un paradossale capovolgimento delle accuse che la mentalità comune rivolge alla ecclesia pressa dei nostri giorni (e che spesso trovano compiacenza nello stesso clero cattolico, influenzato e “corrotto” dall’ideologia progressista dominante). Dal nostro punto di vista liberale, dall’opera di Stark emergono due insegnamenti:

  • la storia non fa salti e non è per incanto che si passa dal “buio” del medioevo alla “luce” della modernità, ammesso e assolutamente non concesso che queste categorie abbiano un valore storico;
  • la conoscenza evolve solo in un regime di pluralismo e competizione (anche conflitto) delle interpretazioni: il liberalismo epistemologico è, per certi aspetti, ancora più importante dei liberalismi politico, economico, sociale.

La nostra epoca, che crede di essere aperta e priva di miti, ne ha di così forti e radicati da credere di non averne. Grazie a Stark che ci ha, fra i pochi, aiutato a capirlo.

Corrado Ocone, 18 agosto 2022

Le opere principali di Stark, tutte tradotte in italiano da Lindau, sono: Ascesa e affermazione del cristianesimo: Come un movimento oscuro e marginale è diventato in pochi secoli la religione dominante dell’Occidente (1996); Un unico vero Dio: Le conseguenze storiche del monoteismo (2001); A gloria di Dio: Come il cristianesimo ha prodotto le eresie, la scienza, la caccia alle streghe e la fine della schiavitù (2003); Vittoria della ragione: Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza (2005); Le città di Dio: Come il cristianesimo ha conquistato l’Impero romano (2006); La scoperta di Dio: L’origine delle grandi religioni e l’evoluzione della fede (2007) Gli eserciti di Dio: Le vere ragioni delle crociate, (2010); Il trionfo del Cristianesimo: Come la religione di Gesù ha cambiato la storia dell’uomo ed è diventata la più diffusa al mondo (2011); La vittoria dell’Occidente: la negletta storia del trionfo della modernità (2014), False testimonianze: Come smascherare alcuni secoli di storia anticattolica (2016).

 

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