Appunti sudamericani

“È scappato durante uno scalo a Panama”. Imbarazzo per Cuba

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Cuba, 28esimo femminicidio. Venezuela 63esimo
Finora quest’anno, organizzazioni indipendenti hanno documentato 28 femminicidi sull’isola. La cifra costituisce una sottostima a causa della mancanza di dati ufficiali. Secondo piattaforme come OGAT e Yo Sí Te Creo en Cuba (YSTCC), lo Stato cubano continua a non attuare politiche efficaci per frenare l’ondata di crimini contro le donne. È come se in Italia quest’anno avessimo già avuto quasi 200 femminicidi. Un’emergenza che va di pari passo con quella del Venezuela, dove nei primi 4 mesi dell’anno i femminicidio sono stati già 63 secondo l’Ong Utopix, ovvero un femminicidio ogni 45 ore. Sia a Cuba che in Venezuela il 90% delle vittime erano madri, che hanno lasciato bambini e adolescenti orfani o incinte al momento dell’omicidio.

Oltre la metà dei colombiani vorrebbe come presidente… Bukele
Un sondaggio pubblicato ieri dall’agenzia di sondaggi colombiana Datexco ha rilevato che il 55% dei colombiani vorrebbe avere un presidente come Nayib Bukele di El Salvador nel loro paese. Il sondaggio, tenuto da Datexco tra il 10 e il 12 maggio, ha anche chiesto agli intervistati la loro posizione sulla controversa “mega prigione” da 40mila posti letto costruita dal governo salvadoregno, nota come Centro per la reclusione del terrorismo (CECOT). Il 67% degli intervistati ha detto di essere d’accordo. Le domande relative a Bukele del sondaggio sono state incluse alla luce delle imminenti elezioni regionali di ottobre, dove alcuni dei candidati hanno espresso l’intenzione di portare il modello di sicurezza di Bukele in Colombia, se eletti. Bukele, il cui giro di vite sulla violenza delle bande e le politiche di sicurezza gli hanno assicurato un indice di approvazione costante che si aggira intorno al 91%, ha condiviso i risultati del sondaggio Datexco attraverso il suo account Twitter.

Ecuador: le nuove elezioni si terranno il 20 agosto
Se ci sarà un ballottaggio, si svolgerà il 15 ottobre. Qui il pezzo de Il Giornale per capire cosa è successo nei giorni scorsi.

Gli Stati Uniti ora vendono auto a Cuba grazie all’apertura di Biden
La società Fuego Enterprises Inc., di proprietà di un uomo d’affari cubano-americano Hugo Cancio, ha ottenuto una licenza dall’amministrazione Usa per vendere veicoli all’Avana. L’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro e il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti hanno infatti autorizzato la sua società a farlo da ieri. Lo ha rivelato la stessa rivista OnCuba, di proprietà dell’imprenditore alleato della dittatura cubana con sede a Miami, Florida che da oggi può vendere all’Avana microcar, auto di lusso di medie e grandi dimensioni, auto sportive, decappottabili, minivan e camioncini di Ford, Mercedes Benz, Chevrolet, Toyota, BMW, Land Rover, Tesla, Cadillac e Nissan.

Nel bel mezzo del disastro sociale a Cuba, il suo unico campione mondiale di boxe diserta
È Yoenlis Hernández, consacrato ai recenti Mondiali in Uzbekistan. È scappato durante uno scalo a Panama e la cosa comica è che su Twitter il presidente Miguel Díaz-Canel lo aveva appena complimentato per “il suo secondo titolo mondiale”. Con i 200mila dollari vinti insieme all’iride in Uzbekistan tenterà ora la strada del professionismo negli Usa. La più grave crisi economica di sempre che sta attraversando Cuba ha provocato negli ultimi tre anni un massiccio esodo, soprattutto di giovani, compresi un centinaio di sportivi, con campioni olimpici e mondiali come il lottatore Ismael Borrero, il canoista Fernando Dayán, il discobolo Yaimé Pérez e il pugile Cruz.

Paolo Manzo, 19 maggio 2023


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