“Ammiro professionalmente Cecilia Sala. L’ho premiata come presidente del Guidarello per i suoi reportage in Ucraina. Ho seguito con ansia il suo sequestro. Ma che non abbia sentito il dovere di ringraziare Giorgia Meloni è semplicemente vergognoso.”
Parole e musica di Bruno Vespa, che dai suoi profili social sottolinea come nel corso della lunga intervista rilasciata a Fabio Fazio durante la trasmissione ‘Che tempo che fa‘, la giornalista del Foglio non abbia mai sentito la necessità di rivolgere anche solo un semplice ringraziamento all’indirizzo di Giorgia Meloni e dell’esecutivo di centrodestra per il pregevole lavoro svolto e gli sforzi diplomatici profusi per riportarla tempestivamente a casa.
Non una parola, non un menzione, né un cenno di gratitudine, nonostante un intervento televisivo record della durata di venti minuti, in cui si è parlato praticamente di tutto, eccetto che del decisivo intervento della premier, rivelatosi poi risolutivo ai fini della liberazione della Sala.
Eppure, nel corso dell’intervista in questione, Fazio aveva persino trovato il tempo di avventurarsi in uno strampalato tentativo di tirare nuovamente in ballo Elon Musk, alimentando ricostruzioni fantasiose già più volte smentite tanto dalla Farnesina quanto dai diplomatici di Teheran. Si parla di tutto nel salotto di ‘Che tempo che fa‘: del presunto ruolo giocato nelle trattative dal patron di Tesla, di Andrea Stroppa, il referente di Musk in Italia, dei contatti stabiliti nel corso del periodo di prigionia dal compagno della Sala, il giornalista Daniele Ranieri, ma guai a pronunciare la parola Meloni, mai neppure citata nel corso della trasmissione.
Non la cita Fazio, ma questo era ampiamente prevedibile, ma non lo fa nemmeno Cecilia Sala, che almeno un ringraziamento pubblico ai rappresentanti dell’esecutivo lo doveva. E invece no, la giornalista proprio non ce la fa a dire “grazie presidente Meloni, grazie ministro Tajani”, poche semplici parole che avrebbero conferito tutto un altro valore all’intervento della Sala, dimostrasi nell’occasione immatura, irriconoscente e facilmente influenzabile. Una rovinosa caduta di stile, insomma, che dimostra ampiamente come, al netto dei fastidiossimi processi di beatificazione di rito, la talentuosa giornalista abbia ancora molto da imparare. A cominciare dalle buone maniere.
Salvatore Di Bartolo, 20 gennaio 2025
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