Ecco dove trovare i soldi che ci servono (senza condizionalità)

11.9k 22
generica_porro_1200_3

Giovedì 10 dicembre la Bce ha ulteriormente allargato i cordoni della borsa. La mossa era tutt’altro che inattesa. Altri 500 miliardi e si arriva ad un importo complessivo per il Programma di Acquisto Titoli per l’Emergenza Pandemia (cosiddetto Pepp) di 1.850 miliardi. Il programma durerà almeno fino a marzo 2022 (rispetto all’originaria scadenza di giugno 2021) e comunque finché la Bce lo riterrà necessario.

Ora, dal momento che il dichiarato obiettivo della Banca centrale europea è quello di riportare l’inflazione quanto più vicino al 2% e visto che le sue previsioni in proposito dicono che nel 2023 questa sarà pari al 2%, è lecito aspettarsi che il termine per effettuare gli acquisti possa essere ulteriormente allungato ed il relativo importo – perché no – incrementato. Tant’è che i proventi derivanti dal rimborso del capitale dei titoli nel frattempo in portafoglio della Banca d’Italia (cui spetta l’onere di acquistare la quasi totalità dei titoli italiani) saranno di nuovo reinvestiti in altrettanti ed equivalenti strumenti fino alla scadenza del 2023. Prosegue infine il programma standard di accomodamento quantitativo (cioè il cosiddetto Quantitative easing o Pspp) ad un ritmo di 20 miliardi di acquisti netti ogni mese. Insomma, la Bce fa il suo “sporco lavoro”. Stampa come non vi fosse un domani.

Ma questo per l’Italia cosa significa? Di preciso in tre cose.

1. Nei nove mesi di pandemia che vanno da marzo a novembre, Via Nazionale da sola ha accumulato almeno 155 miliardi di titoli di stato in portafoglio oltre a quelli già presenti che ammontavano prima di queste operazioni a circa 411 miliardi. Prima dell’ulteriore allargamento dei cordoni della borsa, l’Italia poteva inoltre far fronte su un ulteriore mole di acquisti stimabile in circa 100 miliardi;

2. Con la nuova operazione annunciata da madame Lagarde, si stima che potranno essere acquistati da qui a marzo 2022 ulteriori 180 miliardi di Btp solo con il programma PEPP. Cui potranno aggiungersi gli acquisti condotti attraverso il classico PSPP stimabili in circa 5 miliardi al mese. Per l’Italia sono almeno altri 54-55 miliardi. Insomma, da oggi a marzo 2022, la BCE potrà acquistare 235 miliardi di Btp cui si aggiungono gli ulteriori acquisti di titoli effettuati con somme nel frattempo incassate a seguito delle scadenze in maturazione.

3. Gli interessi su questi titoli in portafoglio di Bankitalia, stimabili ad oggi in almeno 550-560 miliardi, sono praticamente rigirati al Tesoro sotto forma di dividendi.

“Concludendo” avrebbe esclamato Mike Bongiorno in una famosa réclame degli anni Settanta (perché così allora si chiamavano gli spot pubblicitari), l’Italia è come se avesse a disposizione un fido di 235 miliardi da utilizzarsi in meno di diciotto mesi, da spendersi in cose che vogliamo noi (e senza che sia qualcun altro a dircelo), quando vogliamo noi (e senza che sia qualcun altro ad imporcelo) e come vogliamo noi (senza i vincoli che sempre qualcun altro deciderà di caricarci sul groppone). Questo qualcun altro se ancora non fosse chiaro sarebbe Bruxelles.

Fabio Dragoni, 12 dicembre 2020

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version