Rassegna Stampa del Cameo

Ecco il Nostradamus 2.0…

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Ho scoperto una curiosa circostanza, nei periodi di crisi drammatiche, politiche, economiche, culturali, come queste, la figura di Nostradamus torna prepotente a trovarci. Arriva all’alba ci lascia al tramonto.

Paolo Cortesi da anni fa opera meritoria con i suoi saggi, ove scava in profondità su questo celeberrimo astrologo provenzale. Anni fa pubblicò un’edizione italiana delle sue Profezie per il futuro (l’edizione inglese del 2006 vendette oltre 200.000 copie) e ora esce con L’Officina di Nostradamus (Carocci editore). Il valore di questo saggio sta nelle analisi storiche delle fonti che lo supportano, e riconducono la sua figura alla dimensione storica del suo tempo, il XVI secolo.

Nostradamus, come ciascuno di noi, fu uomo del suo tempo, ma si spacciò, come fanno i più spregiudicati di noi, come visionario (in tutte le epoche amati sia dai nobili che dal popolino), quindi in grado di prevedere il futuro. In realtà la sua intuizione geniale fu quella di capire che era opportuno “inventarsi il futuro” visto che era impossibile prevederlo, e su questa idea camparci alla grande (morì ricchissimo), e passare pure alla storia.

È esattamente cosa fanno i cosiddetti visionari alla Elon Musk, certi politici, alcuni economisti. Per esempio, ebbi pure io una visione (terra terra of course) quando mi convinsi che era nato un nuovo modello politico, economico, culturale (lo chiamai poi Ceo capitalism). Come lo scoprii? In modo banale, lo racconterò nel prossimo libro. Ve lo anticipo: chiedendomi semplicemente perché era stato dato, nel 1997, il premio Nobel per l’economia (sic!) a Robert C. Merton, ingegnere, matematico, professore a Harvard (Business School). Mi colpì la motivazione che più o meno recitava: per aver scoperto la formula per azzerare il rischio sugli investimenti. Quindi, come si diceva allora, l’eliminazione dei cicli economici permettendo a tutti noi di vivere in un mondo paradisiaco (quello della finanza e degli algoritmi) in costante sviluppo. Intuii da “incompetente” (come usa dirsi oggi) che il professor Merton non poteva che essere un Nostradamus 2.0. cioè un cacciaballe “competente”

Per certificarlo ci vollero alcuni anni, e fu grazie al “Mercato”, che non è come lo descrivono i colti (una specie di Nostradamus a maglia bernarda) ma una cosa seria. Infatti spazzò via quei Fondi e quei singoli che avevano creduto alle balle spaziali del Nobel (se ricordo bene dovette persino intervenire la Fed per salvare lo sfortunato Nobel). Tonnellate di polvere e cipria coprirono questo fatto, invito i giovani, specie in carriera su aree sensibili (economia e matematica), a fingere che il Nobel del 1997 non sia mai stato assegnato. Comunque, il Nobel nessuno glielo tolse.

Seguendo questa scia, il 13 settembre prossimo non perdetevi l’uscita del libro “Strafalcioni da Nobel” di Silvano Fusi (Carocci). Questi “competenti certificati”, quando tornano umanoidi come noi, fanno scompisciare dal ridere. Il top, per me, è il Nobel per la chimica del 1993, Kary Mullis, che nelle sue memorie (scritte in modo divertente) sostenne di “aver avuto un incontro ravvicinato con un procione non solo alieno ma pure luminescente”. Altro che i grillini dei vaccini, delle scie chimiche, del pomodoro antigelo et similia.

Comunque Merton, Nobel vari e “competenti” di ogni genere e specie (con algoritmi annessi) non riusciranno mai a scalzare il vecchio Nostradamus. Quando vivevo a Londra un amico mi presentò un tale appassionato di Nostradamus che aveva scoperto (diceva lui) come il provenzale avesse preconizzato la battaglia di Waterloo e il suo svolgimento (Waterloo per gli inglesi è un mito tuttora vivo, come per i romani la battaglia di Canne). Costui aggiungeva pure la previsione degli orrori di Hitler e di Stalin ma su questo mi pareva meno sciolto. In realtà il virus di Nostradamus di inventarsi il futuro, fingendo di prevederlo, si è impossessato di molti di noi. Così in ogni ruolo di comando i cacciaballe dominano la scena. È il Ceo capitalism, bellezza. Per fortuna a poco a poco i nodi tornano al pettine.

Riccardo Ruggeri, 30 agosto 2018

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