Ecco perché la flat tax non è un regalo agli autonomi

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A chi soffia sul fuoco della contrapposizione tra lavoratori, dicendo che la flat tax degli autonomi è un ingiustificato regalo, va fatto sommessamente osservare che, data una remunerazione lorda e un reddito lordo di impresa o lavoro autonomo di 60 mila euro, si ha che:

  1.  il dipendente sconta contributi per 5.400 (9%) e, sul reddito imponibile che residua, un’Irpef progressiva di 16.378 euro, percependo così un reddito netto disponibile di 38.222 euro;
  2.  l’autonomo con flat tax iscritto alle gestioni separate Inps sconta contributi per 15 mila euro (25%) e, sul reddito imponibile che residua, una flat tax al 15% di 6.750 euro, percependo così un reddito netto disponibile di 38.250 euro.

Se si procede ai medesimi calcoli per livelli di reddito lordo più bassi, l’autonomo con flat tax non solo continua a non essere privilegiato, ma anzi rimane penalizzato (meno, per fortuna, di quanto lo sarebbe senza flat tax).

Per approfondire

  1. Il governo aiuta gli evasori? È una balla

Sarebbe quindi oltremodo opportuno comprendere che, nelle more di una fondamentale riforma sistematica del carico fiscale e contributivo su tutti i redditi di lavoro, la flat tax delle partite Iva individuali non costituisce lo strumento asistematico per rendere gli autonomi dei privilegiati, ma lo strumento asistematico per cercare di riavvicinare i diversi cunei fiscali e contributivi e, quindi, i livelli di reddito netto disponibile con cui ciascuno “campa”.

Enrico Zanetti, Eutekne.info, 24 novembre 2022

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