Politiche green

Ecogreen vs auto elettrica: ma questi ci pigliano per i fondelli?

Extinction Rebellion okkupa uno store Tesla in Gae Aulenti a Milano. Manco l’auto elettrica va più bene se la procuce Musk

Abbraccereste voi con voluttuoso trasporto pornografico esibizionistico qualcuno che vi fa schifo al punto da considerarlo tossico, maligno e mortale? I fannulloni di Extinction Rebellion, una delle tante sigle della galassia ecoterrorista, sì: loro soffrono di bipolarismo politico vale a dire paraculismo spinto: l’auto elettrica dovrebbe essere il loro dio, il feticcio che affonda il motore endotermico che fa finire il mondo, l’aria pulita in luogo della CO2, niente scorie (se non loro stessi e quello che producono), il trionfo definitivo delle loro aberranti tesi ignoranti; invece ci si sdraiano sopra come col demonio, nel più laido ambiguo degli amplessi perché questa auto elettrica la produce uno che da sinistra, dal sostegno alla cricca Dem, è passato all’altera pars e allora muoia il mondo con tutti i filistei.

Vanno in Gae Aulenti, come dire cuor di Milano, questi olezzanti, e “occupano” una concessionaria Tesla e ci si fanno le pornofoto. Musk dice che appena saputo è precipitato in una crisi di identità, ha deciso di bruciare tutte le sue fabbriche di veicoli e di razzi. Segue comunicato ecofolle che fa così: “Questa mattina, la concessionaria Tesla di piazza Gae Aulenti a #Milano è stata pacificamente invasa da Extinction Rebellion, per denunciare l’enorme potere e l’influenza mediatica e politica esercitata da Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, Siamo preoccupati che chi detiene tanta ricchezza e potere, come Musk, possa far deragliare completamente ogni speranza di una giusta transizione ecologica. Usiamo i nostri corpi per mettere sotto gli occhi di tutti dove porta l”avidità capitalista più sfrenata”, dichiara Lorenzo, una delle persone all’esterno dello store. La protesta di oggi arriva il giorno dopo l’approvazione del #DDLSpazio alla Camera e si inserisce in una contestazione di dimensione globale nei confronti del patron di #Tesla e del suo sostegno all’estrema destra internazionale percepito da una parte dell’opinione pubblica europea come un pericolo per la democrazia e i diritti civili, La Primavera Rumorosa arriva anche a Milano: ci serve una transizione decisiva, equa e accessibile a tutti, non tecnologie accentrate nelle mani di pochi potenti. Chiediamolo insieme, unisciti alla Ribellione!”.

Come per ogni comunicato simil-terrorista criptico, serve l’esegesi ed eccola. “Questa mattina siamo entrati con le nostre felpe dall’odore di cane marcio in uno di quei posti dove sogneremmo di abitare per denunciare che Soros non ci paga più e allora tentiamo l’ultima disperata carta un gesto dimostrativo contro quello che sta con Trump. E che ha anche più soldi, hai visto mai… Siamo preoccupati che chi detiene tanta ricchezza e potere possa dimenticarci, usiamo i nostri corpi come battone sperando vedano, capiscono tutti che siamo in vendita, a buon prezzo si sa, dichiara Lorenzo, una delle persone umane (ma non è vero) nella concessionaria. La protesta di oggi arriva dopo l’approvazione del DDL Spazio alla Camera cioè ci ha mandato avanti il solito Pd e si inserisce in una contestazione globale per cui fermiamo il traffico e poi in taxi andiamo ai talk show a ridere completamente rincoglioniti di fumo e vanità, però siamo contro la CO2. La primavera rumorosa – dato il fumo ma anche la dieta a base di vegetali scaduti scorreggiamo come vecchi trattori – arriva anche a Milano: vogliamo solo soldi, soldi, ciaciaccià, mendichiamo insieme, unisciti alla prostituzione, i più farabutti verranno candidati dal sodalizio Schlein-Bonelli-Fratoianni”.

All’esegesi segue l’analisi. Ed è che di questi pirla non se ne può più; del loro velleitarismo narcisistico, delle loro pose, dei loro discorsi uterostalinisti, dell’etica estetica da centri sociali, delle loro famiglie benestanti che li lasciano liberi di fare i teppistelli fino a 62 anni, del loro vivere da redditieri, della loro avidità, della loro malafede, della loro squallida ambizione politicante, della loro pretesa impunità, di quelli che li pagano o li mandano, non se ne può più come non se ne può più di tutte le scorie subumane che non solo non servono, non combineranno mai niente, ma per di più sabotano, guastano, complicano la vita.

Esaltati, arrivisti e arruffoni non sono mai mancati nella storia della malapianta umana, ma è forse la prima volta che i falliti prendono davvero un potere almeno spaziale. Sono ovunque, dai climatici ai genderisti, dai migrantisti ai ladri, il potere li manovra, li foraggia e li manda in avanscoperta, la magistratura li tutela, sorveglia la fusione col crimine clandestino a prato basso e con lo stragismo islamista di massa, il sistema mediatico li coccola. Ne derivano conseguenze non leggere nel senso della comprensibilità delle cose e di conseguenza delle scelte strategiche, politiche: dietro il disastro, abominevole, di 30 anni di politiche ambientali sciagurate e utili solo a distruggere la vita e la professione di centinaia di milioni di sventurati, a dire il cittadino plebe, stanno le decisioni unioniste e dell’occidente post capitalista che ha finto di credere agli specchi solari di Archimede, ai mulini a vento di don Chisciotte, alle danze della pioggia e all’auto elettica sulla quale questi parassiti si strusciano in un apparente delirio del senso e della coscienza.

Francamente, di discorsi manicomiali, di situazionismo lucrativo, di vandalismo esibizionistico protetto dal potere e pagato da tutti noi, cominciamo ad essere stufi. Per quale motivo questi ricettacoli di insetti non sono stati presi di peso, portati via e sistemati con le dovute maniere dalla polizia? Cosa ha a che vedere il garantismo moralistico con tutto questo? Perché solo per loro e per i clandestini il solito occhio di riguardo? O si gioca allo sfascio, si cerca l’esplosione spontaneista della plebe che non accetta più di lasciarsi trattare come tale, che un giorno si solleva e nella sua esasperazione non distingue, non fa prigionieri?

Max Del Papa, 8 marzo 2025

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