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Focus I Millennial e la Borsa - Seconda parte

L’inflazione corrode i risparmi in banca. Bisogna investire sul lungo termine

Generazioni di italiani hanno avuto a disposizione una strada facile per far fruttare i risparmi senza troppi grattacapi: comprare un titolo di Stato o, ancor meglio, affidarsi a un conto di deposito. Il Bot People è però ormai da tempo un ricordo così come la generosa remunerazione dei conti vincolati: tutto spazzato via dai tassi rasoterra con cui la Bce ha cercato di fare fronte alla crisi insieme al massiccio piano di aiuti del Qe. L’inflazione innescata dalla ripresa post Covid ha poi impresso un’altra svolta: oggi lasciare i risparmi “addormentati” in banca significa perdere denaro, perchè non solo non fruttano ma il carovita ne erode il potere d’acquisto. Ecco perché, dopo aver visto i  motivi per cui è vincente la scelta di iniziare a investire da ragazzi e quali sono gli strumenti base a disposizione, proseguiamo questa guida di educazione finanziaria in collaborazione con Invesco, colosso del risparmio gestito con 1,6 trilioni di dollari di capitale gestito in più di 25 Paesi nel mondo, analizzando gli effetti dell’inflazione sulla liquidità.

 

Cash is king? Solo un ricordo

Molti italiani ritengono che tenere il denaro in banca sia la soluzione più sicura dal punto di vista della tutela del patrimonio. In realtà non è così, a causa di una inflazione ormai affacciata al 6,5% in Italia, avere liquidità in eccesso in banca infatti “costa” molto: basta una giacenza di 20mila euro sul conto corrente per ritrovarsi una sorta di  “tassa” occulta di 1.300 euro all’anno, che lievita a 3.250 nel caso nel salvadanaio ci siano 50mila euro euro e a 6.500 a fronte di un montante di 100mila euro. Un problema su cui dovrebbero riflettere tutti, compresi quei 6 Millennials su 10 (59%) che, secondo le statistiche, benché stiano già accantonando risparmi per la pensione, sono riluttanti all’idea di investirli per paura di perderli. 

Certo una soluzione per investire e trarre profitti senza correre rischi non esiste; ma una attenta pianificazione finanziaria permette di scegliere, tra i tanti strumenti scambiati in Borsa, il mix più adatto alle nostre esigenze. Anche perchè, a causa dell’inflazione, neppure il salvadanaio della liquidità, per quanto di norma immune dalla volatilità dei mercati azionari, può essere considerato esente da rischio. Il contante ha infatti ormai da tempo perduto la sua “corona”, schiacciato tra la morsa dell’inflazione e i tassi rasoterra: era così già qualche mese fa quando il carovita in Europa viaggia intorno al 4-5% ed era giudicato un fenomeno “transitorio” dalla Bce ed è peggio oggi con un carovita strutturale prossimo al 7,5 per cento. Senza contare che, anche guardando in prospettiva, l’Eurotower non pare avere intenzione di agire a breve sulle leva dei tassi come invece ha deciso la Fed tanto che, malgrado il pressing di alcuni “falchi”, la presidente Christine Lagarde mantiene una linea prudente. Insomma, la bandiera del “Cash is king” resterà ammainata a lungo. 

 

La sede della Banca Centrale Europea a Francoforte

 

Gli asset rischiosi vincono sul lungo termine

Se da un lato occorre prendersi qualche rischio in più per puntare a un investimento profittevole, dall’altro è fondamentale che tutto sia calibrato sulle esigenze del singolo risparmiatore. Molto importante quindi che anche i Millennials continuino ad accantonare la liquidità necessaria per i loro obiettivi di breve termine o le emergenze, sia che si tratti di un risparmio per l’anticipo per l’acquisto di una casa, la riparazione dell’auto o magari la parcella del dentista o dell’avvocato, un viaggio agognato da prima della pandemia, una spesa familiare imprevista o una cartella esattoriale inaspettata. Detto questo deve però essere altrettanto chiaro che, soprattutto per i giovani, l’unico modo per arginare l’effetto corrosivo che l’inflazione ha sui risparmi, è impiegare la liquidità in eccesso, investendola almeno in parte su asset più rischiosi. Storicamente, gli investimenti azionari e obbligazionari hanno infatti significativamente sovraperformato il cash nel lungo termine, offrendo un’alternativa attraente per i risparmiatori alla ricerca di reddito e di una reale opportunità di crescita del capitale. Forse la migliore verifica sul campo ci è offerta dall’indice S&P500: nell’ultimo secolo il paniere delle big di Wall Street ha fruttato il 10-11% all’anno, cioè 100-110 dollari di rendimento ogni mille investiti. Pur corretto per il fattore dell’inflazione, equivale comunque a una percentuale intorno al sette per cento. È comprensibile che, soprattutto per un giovane, la prospettiva di investire i propri primi risparmi in strumenti rischiosi possa risultare difficile sul piano psicologico. Va detto che, tuttavia, proprio grazie al periodo lavorativo molto più lungo che i Millennials hanno dinanzi a sè, rispetto per esempio a un over 50 o a un over 60, possono permettersi di correre qualche rischio in più, purché la situazione sia sempre sotto controllo. A tale scopo e per ridurre la volatilità insita nelle Borse, è quindi importante diversificare: la via maestra per raggiungere lo scopo sono i fondi di investimento. Così come è consigliabile non puntare tutto con una unica mossa, che potrebbe poi rivelarsi non ottimale o persino errata, ma investire tramite i Piani di accumulo (Pac): soluzioni che consentono di investire “a rate”, mediando i prezzi di carico. Ma proprio perché quello degli investimenti è un mondo molto complesso è sempre bene evitare avventure fai-dai-te. E, come se si dovesse affrontare una impervia scalata in alta montagna o una immersione in mari sconosciuti, farsi accompagnare da una guida sicura, come accade a chi si rivolge agli esperti di Invesco che nel nostro Paese sono guidati da Giuliano D’Acunti. La volatilità a breve termine spesso diventa, infatti, insignificante se considerata nel contesto di un orizzonte d’investimento di molti anni; un portafoglio ben costruito permette inoltre di difendersi anche in caso di un temporaneo crollo dei mercati. Senza contare che investire con i fondi significa spesso anche contribuire a spingere sia le società quotate sia gli Stati verso la rivoluzione verde, così da vincere insieme la sfida della sostenibilità.

 

Qui il link alla prima puntata sul perché sia vincente la scelta di iniziare a investire da ragazzi e quali sono gli strumenti base a disposizione 

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