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Mediobanca spariglia le carte. E compra Banca Generali

Offerta da 6,3 miliardi. Si sgretola il nocciolo duro della finanza italiana

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Nuovo colpo di scena nel terremoto finanziario che sta ridisegnando il sistema creditizio italiano. Mediobanca si è lanciata alla conquista di Banca Generali, la boutique del risparmio gestito controllata dal Leone di Trieste che a sua volta vede già Piazzetta Cuccia come suo primo socio.

L’offerta pubblica di scambio vale 6,3 miliardi e l’amministratore delegato Alberto Nagel ha dichiarato l’obiettivo di dare vita a un nuovo big dell’asset management. Insomma, sebbene Mediobanca sia a sua volta oggetto di una scalata da parte di Monte Paschi, la conquista di Banca Generali è per Piazzetta Cuccia un’operazione “non difensiva ma offensiva”.

Il punto cardine però è un altro. Perchè Mediobanca pagherà l’operazione Banca Generali con il 13,1% con cui da sempre controlla il Leone. Se l’Ops andrà in porto, si sbriciolerà quindi uno dei principali punti gravitazionali attorno a cui orbita la grande finanza italiana. Non solo, ad oggi Mediobanca deve al dividendo di Generali circa il 40% dei propri profitti netti.

Il rapporto di concambio prevede che ogni 10 azioni di Banca Generali portate in adesione siano corrisposti 17 titoli del big delle polizze guidato da Philippe Donnet. Il prezzo implicito dell’Ops è di 54,17 euro per azione.

Mediobanca è sotto passivity rule, la norma che limita e le possibilità di difesa delle società sotto scalata. Può, però, comperare Banca Generali perchè paga con azioni già in suo possesso, quindi non altera il suo capitale nè il suo statuto. Per procedere, secondo le interpretazioni maggioritarie, è sufficiente il via libera dell’assemblea dei soci in seduta ordinaria.

Il quorum sarà quindi 50% più una azione dei presenti. Più o meno un terzo del capitale se l’assemblea registrerà un’affluenza prossima al 70% come di norma accade in Piazzetta Cuccia. Si tratta di una  soglia alla portata di Nagel, malgrado il dissenso dei grandi soci Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, la holding guidata da Francesco Milleri che controlla Essilorluxottica.

L’Ops potrebbe scattare a settembre e terminare il mese successivo. Resta, però, da capire come si muoveranno almeno tre protagonisti del risiko bancario nazionale:

  • il fronte avversario appunto guidato da Caltagirone e Milleri;
  • il governo, che tramite Mps sta costruendo il terzo polo bancario con la conquista di Mediobanca. La stessa Siena che ha comunque già fatto sapere che la sua scalata va avanti.
  • Unicredit che è spuntata tra i grandi soci di Generali.

Nagel ha precisato che con l’operazione Banca Generali,  Mediobanca crea un big del risparmio, come aveva evocato la stessa premier Giorgia Meloni. Il banchiere si è detto pronto a parlare sia con Palazzo Chigi sia con il ministero dell’Economia. Si vedrà l’esito. E quale posizione sceglierà di tenere Intesa Sanpaolo, la prima banca del nostro Paese, che oggi conferma al vertice Carlo Messina.

Nel frattempo, Banca Generali ha precisato che l’offerta di Piazzetta Cuccia non è stata nè sollecitata nè preventivamente concordata con lei.