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Superbonus 110: il dibattito si accende anche sulla rete

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A scansionare il parlato degli ultimi quattro mesi sul tema del “superbonus” è decisamente febbraio il momento in cui si riaccende online il dibattito e, in particolare, dalla scelta comunicata dal governo Meloni di rivedere l’impianto complessivo dei benefici con il varo del decreto legge 11/2023 che ferma tutte le opzioni di cessione e gli sconti in fattura dal 17 febbraio.

 

Figura 1 Linea temporale dell’engagement Nov.22 – Feb.23

La linea temporale dell’engagement, che ci restituisce la somma di tutte le interazioni degli utenti sui singoli post, inclusi i commenti, mette in evidenza come il volume del parlato decuplica proprio nelle due settimane centrali dal 5 al 19 febbraio, per poi scemare in quest’ultima parte del mese. Quando ci sono dei picchi così forti rispetto al periodo precedente, dove invece la discussione su una specifica issue mantiene una polarizzazione alquanto fredda, solitamente ci troviamo poi a dover confrontarci con dei valori qualitativi del parlato, espressi per l’appunto dal sentiment, abbastanza netti e divisivi. Lo stesso è accaduto per la keyword “superbonus”, con il mood negativo che tocca quota 67%, ciò significa negli oltre due terzi delle 68.620 menzioni registrate dal 31 ottobre al 27 febbraio gli utenti hanno espresso una interazione tendenzialmente negativa. Il mood positivo, invece, registrato dalla chiave di ricerca è stato del 21,59%.

 

Figura 2 Torta del sentiment della keyword “Superbonus”

Prima di codificare le origini di questa netta differenza tra il sentiment positivo e quello negativo, è opportuno anche precisare che il Governo ha provato a comunicare le ragioni del provvedimento solo “ex post”, quindi dopo che la narrazione “punitiva” fatta dalle altre forze politiche e sociali aveva preso decisamente il largo. È ovvio che da sola questa prima costruzione narrativa potendo contare su una minor concorrenza ha inciso non poco sui valori del sentiment. A questa premessa, come detto, segue una ricognizione dei territori digitali che hanno ospitato il parlato sul tema del superbonus. Come si evince dalla torta delle fonti il 78% delle discussioni è confluito su Facebook e Twitter, con quest’ultima piattaforma, con una ragguardevole percentuale del 33.71%.

 

 

Figura 3 Torta delle fonti dove si è discusso di “Superbonus”

 

È ancor più interessante l’osservazione delle fonti dal momento in cui queste vengono messe in relazione con gli autori che hanno saputo essere maggiormente coinvolgenti, trascinando gli utenti nelle discussioni.

 

Al primo posto di questa classifica troviamo il presidente del MoVimento 5 Stelle, padre del provvedimento varato nel 2020 quando Giuseppe Conte era a Palazzo Chigi da presidente del Consiglio, sia per l’engagement complessivo che per il numero di menzioni. Ma, per la verità, in questo elenco che segna i quindici autori più coinvolgenti sull’argomento è folta la presenza degli account “pentastellati”. C’è la fanpage del Movimento 5 Stelle (al 6° posto), l’account della deputata Vittoria Baldino (8° posto), quelli di Instagram e di Youtube sempre di Giuseppe Conte (al 9° e 10 posto) o la fanapge W il M5S e per completare ci sono le pagine delle onorevoli Daniela Torto e Chiara Appendino (13 e 15° posto). È chiaro che questa presenza ha in parte orientato il dibattito verso una matrice punitiva considerato che per Conte e l’universo pentastellato il tema del “Superbonus” assieme al “reddito di cittadinanza” costituiscono dei picchetti fortemente identitari e di mobilitazione dei militanti. Questa variegata presenza “grillina” deve essere anche letta in controluce nelle assenze tra gli autori più coinvolgenti di esponenti e leader di maggioranza e del governo. Infatti, fatta eccezione per il canale Youtube di Nicola Porro, che insegue da vicino l’engagement di Conte, non ci sono nelle prime quindici posizioni si segnala il vuoto degli account dei politici di centro-destra.

Domenico Giordano, 01 marzo 2023

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