HORIZON 2021 e non solo, le grandi opportunità che arrivano dall’Europa

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Horizon 2021

I diversi programmi europei e le ingenti risorse in arrivo dall’Europa, se utilizzate in modo mirato ed efficace sono l’occasione unica per riqualificare e dinamizzare l’economia italiana, insomma siamo nel mezzo di quel passaggio epocale che ci permetterà di colmare quel divario che da sempre ci separa dagli altri grandi paesi europei.

 

Avevo già scritto in un precedente articolo riguardo l’ambizioso programma quadro per la ricerca e l’innovazione che l’Unione Europea abbia mai lanciato: Horizon 2021 e, finalmente il Consiglio dell’Unione Europea ha concluso l’iter legislativo di Horizon Europe, approvando quattro atti che integrano l’importante programma con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2021:

  • una decisione del Consiglio Europeo del 10 maggio 2021, sul programma specifico di Horizon Europe, per stabilire gli obiettivi e i tipi di attività previsti e necessari all’implementazione di Horizon Europe;
  • un regolamento UE sul programma Euratom, complementare a Horizon Europe per garantire attività di ricerca e formazione nel settore nucleare;
  • modifiche del regolamento dell’EIT l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia per migliorare la sostenibilità finanziaria e una maggiore apertura delle KICs (Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione);
  • una decisione sull’agenda strategica per l’innovazione (SIA) dell’EIT, per stabilire i settori prioritari e la strategia dell’EIT per il periodo 2021-2027, definendo al contempo gli obiettivi e le modalità di funzionamento.

Strutturato in tre pilastri:

  • scienza aperta che comprende il Consiglio Europeo della Ricerca;
  • sfide globali e competitività industriale che comprende cinque poli tematici sanità, società inclusiva e sicura, digitale e industria, clima, energia e mobilità, prodotti alimentari e risorse naturali e le azioni dirette non nucleari del Centro Comune di Ricerca JRC;
  • innovazione aperta che comprende il Consiglio europeo per l’innovazione EIC, gli ecosistemi europei dell’innovazione e, l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia EIT.

Ai tre pilastri, si aggiunge una sezione dedicata al consolidamento dello Spazio Europeo della ricerca, con due elementi, condivisione dell’eccellenza e riforma e miglioramento del sistema europeo di ricerca e innovazione.

La sua dotazione finanziaria è notevole, 95,5 miliardi di euro per i prossimi sette anni marcano un aumento di circa 20 miliardi rispetto al precedente programma Horizon 2020, comprende obiettivi e strumenti per affrontare le grandi sfide di oggi e per creare quelle  nuove conoscenze indispensabili per il  futuro.

Horizon sfoggia evidenti segnali di voler aumentare la rilevanza e il peso della ricerca europea rafforzando la collaborazione degli stakeholder con i paesi membri, al fine di colmare il divario tra investimenti di ricerca e ritorno economico, focalizzandosi con forte impulso sull’innovazione per  conquistare nuovi mercati attraverso le startup, è la sfida lanciata ai paesi appartenenti all’Unione Europea, soprattutto all’Italia che è la meno equipaggiata sul fronte dell’innovazione.

 

Gli obiettivi del programma insistono fortemente sui risultati delle attività di ricerca e sulla loro concreta applicazione per vedere finalmente la ripresa.

L’aspetto rilevante di questo nuovo programma è lo sforzo di allinearlo agli obiettivi dell’Unione Europea basati sulla salute pubblica, la decarbonizzazione dell’economia, la transizione energetica, la rivoluzione digitale e la modernizzazione degli apparati produttivi.

Chi potrà partecipare ai bandi di Horizon Europe è rilevabile nei documenti collegati al work programme 2021 2022 pubblicate dalla Commissione Europea.

I programmi europei se utilizzati in modo mirato ed efficace sono un’occasione unica per riqualificare e dinamizzare l’economia italiana e per contribuire a modernizzarla anche in vista di nuove sfide future.

Oggi per l’Italia si aprono nuovi orizzonti perché contemporaneamente ad Horizon Europe e degli altri programmi con forte valenza di ricerca e innovazione, si avvia anche un nuovo ciclo settennale di programmazione dei fondi strutturali che presentano una significativa e rinnovata sfida a migliorare, ridurre gli squilibri e potenziare le capacità del sistema.

E ancora e soprattutto c’è l’accesso al Recovery Fund, duecento miliardi destinati all’Italia, un’occasione decisamente straordinaria per rivalutare il ruolo della ricerca e dell’innovazione.

Il nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dovrà contribuire a superare il “sistema” e risolvere quelle criticità che da sempre persistono nel nostro paese, allargando la base del Know-How tecnico, valorizzare quelle eccellenze che da sempre vantiamo, rafforzare le infrastrutture, migliorare la pubblica amministrazione.

Insomma siamo nel mezzo di quel passaggio epocale che ci permetterà, se saremo bravi, a colmare quel divario che da sempre ci separa dagli altri grandi paesi europei.

 

 

Lorena Polidori

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