“Lavorare? Perché se mi pagano per starmene a casa?”. Gli aiuti cambiano il mercato del lavoro

Negli USA offerti 1mln di posti di lavoro, ma ne sono stati occupati solo 266mila

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Con l’economia in ripresa le aspettative per i posti di lavoro di aprile erano alte. Ma invece del milione di nuovi libri paga previsti, ne sono stati registrati solo 266mila. Non solo anche i numeri dei posti di lavoro del mese scorso sono stati rivisti al ribasso, a 770.000 da 916.000.

Così gli Stati Uniti hanno 8,2 milioni di posti di lavoro in meno rispetto a prima della pandemia; e quella cifra non tiene nemmeno conto di tutta la crescita dell’occupazione che avremmo avuto se il coronavirus fosse stato tenuto a bada.

 

Non è la domanda di lavoro il problema

A differenza di tanti altri periodi di crisi c’è un aspetto interessante da considerare: la domanda di manodopera non è il problema. Sappiamo infatti da numerosi sondaggi che la domanda di lavoro è molto forte, ma sappiamo anche che, sempre tramite sondaggi e aneddoti riportati dai media, le aziende hanno bisogno di assumere personale nonostante un tasso di disoccupazione del 6,1%. Il rapporto sull’occupazione di aprile della NFIB mostra che il 44% di tutti i proprietari di piccole imprese dichiara di avere offerte di lavoro che non sono riuscite a coprire, di 22 punti in più rispetto alla media storica di 48 e due punti in più rispetto al 42% di marzo.

E’ evidente che le aziende dovranno pagare di più per la manodopera e riempire questi posti di lavoro, perché il ripristino dei sussidi di disoccupazione aumentati di 300 dollari a settimana del disegno di legge di marzo ha ridotto l’offerta di manodopera. Ma anche in Europa sta avvenendo la stessa cosa, ed in molti si stanno interrogando sul fatto di continuare ad elargire questi aiuti.

In altre parole, pare che alcuni lavoratori stiano rinviando il loro rientro a lavoro, un po’ per pigrizia, un po’ per ricevere salari migliori. E poiché la domanda di lavoro aumenta con la riapertura di altre attività, questa contrazione continuerà. Questo potrebbe portare ad una forte lotta politica tra le imprese che vogliono ridurre i programmi di disoccupazione e le persone che hanno fatto affidamento su di loro per la loro sopravvivenza durante la pandemia.

Anche i mercati fraintendono i numeri di aprile, poiché vedono i numeri dei posti di lavoro come una prova della bassa domanda di lavoro, mentre un sondaggio dopo l’altro mostra che le aziende vogliono assumere. Con un mese di lavoro così contrario alla narrativa, ci vorrà ancora un altro mese per avere una buona immagine dell’economia e certamente del suo stato di “surriscaldamento”. Come ha scritto Bank of America.

Ci sono però visioni più pessimistiche che inquadrano il fenomeno in maniera fortemente negativa: le persone stanno facendo più soldi seduti a casa a guardare Netflix piuttosto che a lavoro e non vorrebbero tornare indietro. Molti non tornerebbero a lavoro ed i programmi di assistenzialismo stanno aprendo la porta al reddito di base universale. 

 

Staremo a vedere.

 

Leopoldo Gasbarro

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