Quando l’apparenza inganna

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Come ben sappiamo la mente umana spesso è vittima di se stessa e delle sue illusioni e distorsioni cognitive; facciamo un esempio:

qual è il segmento più lungo dei due qui sotto riportati?

 

A prima vista si direbbe che il segmento in basso è più lungo,
nella realtà – come potete immaginare – sono uguali.

 

 

Basta questo semplice gioco (e ce ne sono infiniti) per farci comprendere che a volte prendiamo delle decisioni sbagliate basate su presupposti errati e che ci possono portare a risultati disastrosi.

Negli ultimi giorni ho avuto modo di parlare con diverse persone e in più d’una ho colto la stessa febbre: l’illusione (e presunzione, seppur in buona fede) di poter “battere il mercato”, saper anticipare i movimenti, scegliere ”il titolo buono” ecc…

Semplicemente, non è possibile, l’apparente facilità inganna.

Recentemente leggo in un post l’analisi del titolo Exxon, la grande compagnia petrolifera americana: Exxon ha toccato in settimana il suo livello più basso da Marzo ed è giù del 50% da inizio anno, ma il dato più eclatante è che da Ottobre 2007 a oggi la sua capitalizzazione è scesa da 519 miliardi di dollari a 140 (-73%).

Per anni, anzi decenni, Exxon è stata nella top ten dei maggiori titoli al mondo, oggi semplicemente il mondo è cambiato; ma chi poteva immaginare cosa sarebbe successo poco più di dieci anni fa? Quanti, pensando di saperla lunga, hanno scommesso su questo titolo, magari ipotizzando un ritorno agli antichi fasti?

 

Nelle ultime settimane diversi clienti mi hanno detto di essere stati contattati al telefono da sedicenti società di trading che proponevano loro investimenti azionari o su valute o su derivati millantando percentuali di guadagni a due o tre cifre.

Certo, è talmente facile che se vedi la pubblicità delle piattaforme di trading te lo dicono: “il 76% dei conti al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni con questo fornitore”, più chiaro di così.

Eppure c’è chi ci casca, sempre per quell’illusione di cui sopra.
Come dice il vecchio saggio di Omaha, Warren Buffett, “investire è semplice, ma non è facile” e non ci sono scorciatoie. Lasciarsi ingannare da apparenti facili guadagni conduce il più delle volte al disastro.

Un’altra distorsione è non accettare che le cose cambiano, e se c’è qualcosa che questo 2020 ci sta insegnando è proprio che il cambiamento è continuo e irreversibile.

Negli ultimi anni i risparmiatori, abituati a decenni di rendimenti facili ed elevati sui mercati obbligazionari, hanno visto precipitare i tassi di interesse a zero per le politiche monetarie non convenzionali delle banche centrali che hanno portato alla cosiddetta “repressione finanziaria” (dalla ZIRP, Zero Interest Rate Policy, alla NIRP, Negative Interest Rate Policy).

Eppure il comportamento non è mutato, si continuano a cercare rendimenti là dove non ci sono più.

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