Risparmi, conti correnti e pensioni. Cosa accadrà dopo il voto?

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Cosa accadrà dopo il voto a conti correnti, risparmi e pensioni? Il voto italiano come inciderà sui nostri soldi? La situazione internazionale sta già appesantendo notevolmente i nostri conti, ma le scelte interne al nostro Paese, scelte funzione anche di decisioni politiche, quelle che negli ultimi anni hanno creato non pochi problemi ai conti economici di famiglie ed imprese. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le voci cui dovremo prestare molta, molta attenzione.

INFLAZIONE

Ne parlano tutti ma la capiscono in pochi. Era un fenomeno con cui non ci misuravamo da anni. Ma la differenza, rispetto al passato, è notevole e vi spiego perchè. All’inizio degli anni ’70 e anche verso la fine dello stesso decennio, il costo della vita (inflazione) era aumentato anche di oltre il 20%, insomma più del doppio di quello attuale. Tuttavia, i tassi d’interesse in quello stesso periodo, superavano anch’essi il 20%, così da garantire un’adeguata remunerazione di risparmi e patrimoni. Oggi, invece, l’inflazione al 9% e i tassi ancora prossimi allo zero, almeno quelli ufficiali, creano un differenziale enorme di penalizzazione per il mondo del risparmio. Sarà fondamentale quindi per gli investitori riuscire a far fronte, attraverso scelte oculate di gestione dei propri capitali, proprio ai nuovi livelli inflattivi. Sta di fatto che nel corso degli ultimi due anni, quella che possiamo definire inflazione pandemica, rischia di impoverire notevolmente i cittadini del nostro Paese. 

RECESSIONE

La lotta all’inflazione, il rialzo dei tassi d’interesse orchestrato e concertato da tutte le banche del mondo, sta conducendo le economie verso un’inevitabile condizione recessiva.

Se pago di più per un mutuo, per una casa, per un’auto, per i carburanti, soprattutto se prendo in prestito denari da investire in attività produttive, è scontato immaginarsi che saranno sempre meno le persone che investiranno. Ne soffrirà l’economia perchè verranno ridotti i consumi e questo determinerà un flusso recessivo che inciderà ancora di più.

DEBITO PUBBLICO 

Duemilasettecento e rotti miliardi di debito pubblico imporrebbero al Paese scelte drastiche che finora nessuno ha imposto di fare. Del resto, gli anni pandemici hanno imposto l’emissione di una maggior quantità di aiuti a famiglie ed imprese con aumento relativo del debito. Come si affronterà una condizione debitoria così importante? Più di qualche politico sta pensando ad una patrimoniale?

PENSIONI

La situazione nel Paese è drammatica soprattutto a causa dei numeri dettati dagli effetti demografici. L’Italia è un Paese che invecchia a vista d’occhio. Ogni anno i saldi tra nascite e decessi portano alla sparizione di una città come Brescia. Tutto questo sta portando uno squilibrio tra i numeri delle persone che lavorano e quelli che percepiscono la pensione, con effetti devastanti sui conti previdenziali. Insomma, anche in questo caso, chi può provi ad accantonare personalmente somme dedicate a questa importante finalità. C’è il serio rischio in questo Paese, e molte ricerche lo confermano, che molti di noi sopravviveranno alle proprie attività finanziarie, percui accantonare quanto più è dato possibile fare è quanto mai indispensabile.

CONTI CORRENTI

Rappresentano il vero deposito degli italiani. 1.840 mld sono depositati su questi servizi finanziari. E’ una somma impressionante che si avvicina sempre più al 50% delle masse a disposizione di famiglie ed imprese. Se oggi garantiscono lo zoccolo duro su cui costruire e ricostruire i conti di famiglie, imprese e Paese, domani rischiano di essere visti con rammarico come la più grossa delle occasioni sprecate data l’inefficienza di reddito prodotto da questo tipo di servizio finanziario. Lasciare i soldi in conto corrente significa perdere costantemente denaro, una perdita che cresce al crescere dell’inflazione. 

CONCLUSIONE

La situazione che ho dipinto in questo articolo è così vera, è così preoccuppante da meritare forti, fortissime attenzioni. La politica? Dovrà affrontare temi che forse non conosce affatto, almeno stando alle dichiarazioni e alle promesse pre-elettorali. Non sarà un periodo facile ma raccontare che le cose vanno bene in questo momento, senza preparare gli italiani a rispondere nella maniera idonea al contesto in cui vivono, lo trovo quasi delinquenziale. L’Italia è un grande Paese, lo ha sempre dimostrato. Gli italiani hanno costruito grandi imprese, imprese che primeggiano in tutto il mondo. Ripartiamo da lì. Dall’enorme massa di risparmio e dalla possibilità di legarlo al valore dell’impresa anche e soprattutto del nostro Paese. Ma bisogna fare presto. Non basta l’azione delle Banche Centrali per evitare danni più grandi ai patrimoni che, da anni ormai, non crescono più.

POST SCRITTUM: ISTITUZIONI FINANZIARIE

La politica non può bastare. Serve la forte compartecipazione e professionalità delle istituzioni finanziarie: banche, consulenti finanziari, assicuratori. E’ ora di ritrovare e di ricostruire quel clima di fiducia come molti professionisti del mondo della consulenza stanno già facendo che permetterebbe agli italiani di cercare guide e navigatori in grado di portarli verso quel futuro certo verso il quale noi e i nostri figli vorremmo proiettarci ma che oggi, invece, vediamo ancora troppo nebuloso.

Leopoldo Gasbarro, 25 settembre 2022

 

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