Wetransfer diventa italiana. Da oggi in poi ogni volta che condividerete un file di lavoro o magari le immagini delle vacanze ci sarà di mezzo Bending Spoons, l’ex start up milanese il cui nome richiama il bambino del film Matrix capace di piegare un cucchiaio con la sola forza della mente.
L’ammontare dell’operazione non è stato comunicato ma si stima prossima ai 700 milioni e che con questo blitz nei Paesi Bassi, la società fondata e guidata dall’amministratore delegato Luca Ferrari valga ormai oltre 3 miliardi di dollari.
In effetti, dalla fondazione di Bending Spoons (avvenuta nel 2013) a oggi Ferrari e soci ne hanno piegati parecchi di cucchiai, visto che l’arrivo nel perimetro di Wetransfer segue quello di StreamYard.
Basti dire che complessivamente Bending Spoons, ormai divenuta un unicorno, ha servito un miliardo di persone in tutto il mondo attraverso la sua suite di prodotti tecnologici digitali, tra cui Evernote, Meetup, Remini, Splice e appunto StreamYard. I suoi prodotti sono attualmente utilizzati da più di 200 milioni di persone ogni mese.
Un ulteriore indizio va poi ricercato nel fatto che nel 2022 Wetransfer aveva tentato e poi rinunciato alla quotazione della Borsa di Amsterdam, dove puntava a una valorizzazione superiore ai 700 milioni, a causa della instabilità dei listini.
Non solo grazie alla corsa degli ultimi anni, la piattaforma serve ormai più di 600mila abbonati e 80 milioni di utenti attivi mensili. Ed è arrivata a vincere un premio Oscar con il cortometraggio “The Long Goodbye”.
“Wetransfer è un nome molto rispettato in ambito tecnologico e creativo. Siamo entusiasti di diventarne i nuovi proprietari e sentiamo un forte senso di responsabilità nell’aiutare il brand e l’azienda a prosperare per molti anni a venire”, ha sottolineato Ferrari.
Gli acquirenti si impegnano a continuare a riservare il 30% dello spazio pubblicitario di Wetransfer a campagne a scopo benefico e a contenuti editoriali. Allo stesso modo, WePresent continuerà a presentare il lavoro di creativi meritevoli, compresi artisti emergenti.
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Bending Spoons, che nel suo logo integra il simbolo dell’infinito, sul suo sito dichiara: “Impossibile. Maybe“. Il bambino nella sagra di Matrix per aiutare Neo, al secolo Keanu Reeves, nel proprio percorso a scoprirsi l’Eletto e a liberarsi dalla finta realtà che lo circonda, esclama: “Il cucchiaio non esiste”. Quindi non è il cucchiaio che si piega, ma tutti noi.
Fuor di metafora, non ci sono limiti alla conoscenza per chi è capace di guardare oltre. Vedremo quale sarà la prossima mossa di una realtà ormai entrata nel novero della grandi società tecnologiche europee e che lavora a stretta contatto con big come Apple.