I tassi crescono, ma di poco: per l’inflazione c’è tempo

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Mentre gli autori del film “Una poltrona per due” scrivevano la sceneggiatura del film l’inflazione negli Stati Uniti era inferiore al 4%. Al contrario il titolo di stato governativo decennale, investimento super-sicuro, rendeva più del 13%.

La protagonista è una donna ancora giovane (attrice: Jamie Lee Curtis, fantastica) pensa di abbandonare la vita allegra che l’aveva arricchita e di ritirarsi. Oggi questo non sarebbe possibile: il governativo decennale rende circa l’1,5% e l’inflazione è quasi identica.

Impossibile oggi realizzare quello che era il progetto di vita di Jamie Lee Curtis nel 1983. Da quei tempi i rendimenti dei Treasury e, più in generale, il reddito fisso è sempre sceso. Ora questo periodo lunghissimo è giunto al punto di non-ritorno. Non torneremo con rendimenti così bassi come quelli visti durante l’estate 2020.

 

I tassi del decennale e del quinquennale Usa governativo stanno risalendo leggermente dopo una discesa lunghissima. A metà del 2020, in piena pandemia, abbiamo avuto il picco più basso. Ma i rendimenti del quinquennale e del decennale Usa restano comunque molto bassi su base storica.

Fonte: Economist modificata.

 

E tuttavia ci vorrà molto tempo perché si rialzino. Bisogna, in ordine di tempo, che:

  • La pandemia finisca
  • L’economia Usa si riprenda
  • Ci sia meno bisogno di stimoli governativi e della Fed
  • Cresca un po’ l’inflazione da domanda
  • La Fed lasci che i tassi si alzino fino al 2/3%.

 

A quel punto le Borse Usa ne risentiranno negativamente? Non è detto. Storicamente l’inflazione non ha danneggiato le Borse: quello che conterà saranno gli utili delle imprese in questi scenari futuri e, purtroppo, lontani.

 

Paolo Legrenzi

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