I metalmeccanici contro Mr Microsoft: “Guadagni troppo”. Ma il problema sono i cervelli in fuga

Sul lavoro deve essere premiato il merito. Inutile continuare a farneticare sulla “life balance” e la parità di genere

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microsft metalmeccanici

I metalmeccanici italiani se la prendono con Microsoft. Troppi i 48,5 milioni di dollari che l’amministratore delegato del colosso software si mette in tasca a titolo di compenso per l’esercizio 2022-2023, incalza il Fondo Cometa, che si occupa di creare una pensione integrativa a 480mila tute blu del nostro Paese. Cometa, che è il principale fondo pensione italiano, interverrà quindi all’assemblea dei soci del gruppo americano.

L’assegno che incassa Satya Nadella equivale a 250 volte il salario mediano dei dipendenti del gruppo che ha inventato Windows, proseguono le tute blu stigmatizzando come le parti variabili rappresentino il 1.826% del salario base. Difficilmente questa battaglia avrà successo, considerando che il Fondo Cometa ha in pancia azioni Microsoft per un controvalore di 130 milioni di dollari su una capitalizzazione complessiva di 2.700 miliardi.

A chi scrive è però soprattutto l’approccio del Fondo che sembra miope in partenza. Perché se è vero che a Wall Street sono tornati stipendi da capogiro soprattutto tra i top banker, è altrettanto evidente come non esista un equilibrio aritmetico giusto tra la paga dell’operaio e quella del colletto bianco oppure tra questi e l’amministratore delegato. Può senza dubbio sussistere una misura morale, che però non deve essere ritenuta “immutabile” quasi fosse una legge di natura o “perfetta” come la sezione aurea.

In un mercato del lavoro sano i  contratti nazionali dovrebbero piuttosto limitarsi a  garantire una base salariale proporzionale ai diversi inquadramenti aziendali. Come è accaduto con il rinnovo del contratto dei bancari e il maxi-aumento strappato dai sindacati del settore al seguito della Fabi, mentre la Cgil perdeva tempo in Piazza dietro gli striscioni con cui Maurizio Landini medita di prendersi il Pd ma si guarda bene dal dire una parola contro il ciaone di Stellantis alla fabbrica di Pomigliano per la Panda elettrica. 

Allo stipendio base poi ciascuno potrà sommare un’altra parte di retribuzione variabile e proporzionale a quanto dimostra di saper fare sul campo. Solo così i migliori talenti potranno emergere ed essere contesi dal mercato e quindi essere ben pagati, solo così il nostro Paese potrà avere la forza di richiamare dentro i suoi confini i tanti cervelli in fuga e aiutare le imprese a diventare più competitive. Il principio del merito suona però probabilmente violento come un insulto per chi vorrebbe incassare ancora il Reddito di cittadinanza voluto dal Movimento Cinque Stelle mentre dorme sul divano. O per chi, senza aver mai mosso un dito per meritare ciò di cui gode in famiglia, blatera sulla “life balance”. Il fantomatico equilibrio tra lavoro e tempo libero di cui tanti adolescenti gretini, mentre si accampano a oziare fuori della università, si riempiono la bocca nei giorni pari per poi provare a masticare in quelli dispari la lotta climatica, il nucleare, la parità di genere o i diritti Lgbt+.

Con il rischio che la legittima aspirazione di ognuno a condurre una vita qualitativamente più appagante sul lavoro come casa, si riduca a una fandonia dietro cui si nasconde la scarsa voglia di impegnarsi e di sacrificarsi,  in officina o alla scrivania, in cambio di fare carriera o di essere disponibili a straordinari o consulenze extra pur di alzare il proprio reddito. Certo l’attuale tassazione taglieggia la classe media con l’Irpef, ma questa non può essere la scusa dei lazzaroni.

Il Fondo Cometa si mette poi per traverso su un altro capitolo spinoso per mister Nadella: la frontiera dell’intelligenza artificiale. I metalmeccanici esprimeranno quindi voto favorevole alla proposta, avanzata da Arjuna Capital, volta a richiedere la pubblicazione di una valutazione annuale dei rischi operativi, finanziari e sociali derivanti dai fenomeni di disinformazione generati dall’intelligenza artificiale. Come è noto, Microsoft è tra i maggiori finanziatori di ChatGPT con un impegno da 13 miliardi di dollari e Nadella ha appena vinto la battaglia per reinsediare Sam Altman al vertice del suo sviluppatore OpenAi, holding no profit ancora alla ricerca di un equilibrio tra responsabilità etiche ed esigenze di business.

 

 

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