Perché il fintech è il fintech. Gli italiani, Sanremo e la finanza digitale

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Quest’anno all’interno di Sanremo, nella 15esima edizione di Casa Sanremo, arriva un’importante novità grazie al Moneyviz Privè. Si sta dando spazio ad approfondimenti all’interno di questo evento che quest’anno ha raggiunto nuovi record di telespettatori, accogliendo esperti di blockchain e del mondo della finanza tradizionale chiarendo temi sempre più attuali ma ancora spesso sconosciuti, in modo semplice e comprensibile anche ai meno esperti.

Moneyviz, fintech che rappresenta una innovazione assoluta nel campo della fiscalità, è il primo ed attualmente unico software italiano, completamente automatizzato ed online, che fornisce un modello pre-compilato per la dichiarazione dei redditi degli investimenti “alternativi” ovvero criptovalute, ETF e strumenti finanziari negoziati su intermediari esteri.

Gabriele Del Mese, CEO della fintech ha spiegato: “Il 2020 è stato uno spartiacque sia nel mondo degli investimenti tradizionali che in quelli innovativi,  l’impennata dell’interesse verso le criptovalute e il trading online ha portato milioni di Italiani ad investire tramite le principali piattaforme internazionali e noi abbiamo subito raccolto la sfida realizzando il software che permette a tutti di mettersi in regola con il fisco facilmente”.

 

Ad esibirsi per primo in questo spettacolo che è il fintech è stato Carlo Allevi portando all’attenzione un tema che non interessa solo gli appassionati di cripto e finanza, ma un ambito che contribuisce al benessere dell’intero tessuto economico: investire in startup e PMI italiane attraverso l’equity crowdfunding.

Equity Crowdfunding

L’equity crowdfunding è una forma di investimento collettivo, nata per sostenere le piccole medie imprese permettendo di finanziarsi senza passare dalle banche. Una modalità che apporta un doppio beneficio all’azienda: il primo nell’avere la possibilità di presentarsi agli investitori( che in questo contesto non sono solo società ed enti ma includono  anche i privati) e ottenere liquidità, resa necessaria soprattutto in questo periodo pandemico. Dall’altra parte l’investitore diventa a tutti gli effetti socio dell’azienda ricavandone rendimenti.

Cosa fa un portale di equity crowdfunding? Il sito, in questo caso WeAreStarting, raccoglie candidature di aziende, le seleziona tra quelle che ritengono più valide e le accompagnano nel percorso di finanziamento. WeAreStarting  aiuta sia a raccontarsi che a raccogliere fondi.

Alberto spiega, rispondendo alla domanda di Davide Marciano, conduttore del format e fondatore del noto sito Affari Miei perchè l’equity crowdfunding è remunerativo e perchè è sottovalutato dagli investimenti. Qui stiamo parlando di una delle soluzioni alla crisi di liquidità che sta affliggendo soprattutto negli ultimi anni le PMI, ovvero la struttura portante del sistema produttivo nazionale.

Secondo il Rapporto Regionale PMI 2021, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, sono circa 160 mila le PMI e microimprese in Italia in cui sono impiegati l’80% dei lavoratori dipendenti italiani (contro il 20% che lavora nelle grandi imprese). I numeri parlano chiaro: le PMI sono il motore trainante del nostro paese.

 

Bitcoin

Il successivo panel fintech risponde alla domanda di Gianluca Grossi di Criptovaluta.it, tra i principali siti web d’informazione sul mondo crypto in Italia su “Cos’è il Bitcoin”? Domanda semplice quanto opportuna. A parlarne è uno dei massimi esperti italiani del settore, Giacomo Zucco, che lo definisce un “esperimento monetario, digitale e decentralizzato”.

Esperimento nel senso che è un esperimento tecnologico che ha come scopo un sistema in cui possiamo conservare il nostro denaro e difenderlo. Decentralizzato nel senso che non ci sono banche, organizzazioni o società che le controllano e ne gestiscono i flussi e il valore: quindi niente commissioni e niente rischi di attacchi informatici che sottraggono numeri e codici di carte di credito.

Ma come avviene la decentralizzazione in parole semplici? Una persona installa un programma per computer che genera e mantiene un codice segreto che conosciamo solo noi, e usando un processo matematico noi possiamo utilizzare questo codice o chiave segreta per firmare transazioni e chiunque altro può usare la corrispondente chiave pubblica, un po’ come i nostri indirizzi iban, per verificare che la firma sia corretta.

Questa verifica non richiede una terza parte, un’autorità, un nome, un’identità bancaria. Con questo processo matematico, sul proprio computer si possono installare una numero spropositato di chiavi segrete e sul proprio computer si può verificare che io sia il reale possessore di questi bitcoin.

 

Come possono accedere tutti ad investimenti in azioni e criptovalute

A concludere la prima giornata è Orlando Merone che spiega come sta procedendo la democratizzazione degli investimenti in azioni e criptovalute.

Prima di tutto democratizzare in questo contesto significa rendere il mondo degli investimenti accessibili a chiunque. Bitpanda, una delle principali piattaforme in Europa per l’acquisto e la vendita di criptovalute, di cui Merone è country manager, permette a qualsiasi investitore di poter acquistare, vendere e scambiare attraverso la loro piattaforma, con oltre mille risorse e asset digitali, tra cui bitcoin, le principali cripto valute ma anche azioni frazionate, etf, etc., a partire da un euro, 24 ore su 24, sette giorni su sette anche a mercati tradizionali chiusi.

Tramite il loro prodotto per la prima volta si dà finalmente all’investitore europeo la possibilità di comprare azioni frazionate di etf a partire da un solo euro senza comissioni. Abbattendo così tutte quelle che sono solitamente le barriere legate all’accesso agli investimenti.  Democratizzazione ed inclusione quindi, tutti ora possono comprare un “pezzo” di un’azione come Tesla o di qualsiasi altro marchio decidendo di investire un solo euro oppure 50, insomma, la somma che preferiscono in base alle proprie possibilità.

 

Inquinamento e consumo energetico dei bitcoin

A Federico Rivi, fondatore di Bitcoin Train, viene rivolta la fatidica domanda: “Perchè il bitcoin consuma energia? (ma non inquina)?” Il consumo energetico di criptovalute popolari come Bitcoin, Ehtereum, Dogecoin ha sollevato diversi dubbi negli ultimi tempi. Le criptovalute vengono ricavate per via informatica attraverso il cosiddetto mining.

È la procedura con cui i nuovi Bitcoin vengono estratti dalla rete informatica e aggiunti all’ecosistema delle criptovalute. Il mining richiede macchine con una grandissima potenza di calcolo che eseguono ventiquattro ore al giorno complicate operazioni per validare le transazioni sulla blockchain.

In cambio i miners (coloro che estraggono, creano i bitcoin) ricevono una certa quantità di criptovaluta, ma il prezzo è l’energia. Bitcoin infatti è una tecnologia energivora e più potenza di calcolo utilizza, più energia consuma, più un network è sicuro.

La questione ha guadagnato attenzione quando oltre la Cina anche il Kosovo ha annunciato il divieto di estrazione di criptovalute sul suo territorio perché questa pratica sottraeva troppa energia alla rete nazionale. Qui la produzione di criptovalute è agevolata dal fatto che i serbi, non riconoscendo l’indipendenza del Kosovo, si rifiutano di pagare l’elettricità, inoltre il clima è freddissimo e secco, e ciò permette ai miners di ridurre i costi per raffreddare i macchinari.

Nel quarto trimestre del 2021, secondo il report del Bitcoin Mining Council, è aumentata la percentuale di energia rinnovabile impiegata per alimentare i macchinari per l’estrazione, arrivando a circa il 58,5% rendendolo così un settore tra i più sostenibili (considerando che era al 39% solo nel 2020).

Secondo Rivi la sfida più grande non è quella di diminuire il consumo energetico ma di trovare nuove tecnologie che ci permettano di estrarre in modo più sostenibile, con minore emissione di Co2, di gas serra, l’energia mining. Se l’anno scorso è stato l’anno dell’ingresso degli istituzionali nel mercato di bitcoin (El Salvador), nel 2022 credo che sarà l’anno del mining.

 

Contratti e blockchain: come cambia il legal?

Al contrario di quanto in tanti ancora pensano, la blockchain non è solo criptovalute ma un intero mondo, qualcuno la chiama addirittura “il nuovo internet”. Importante quindi analizzarne alcuni casi pratici, come per esempio la protezione dei documenti e come cambia da questo punto di vista il legal.  

A questa risposta non poteva che rispondere Federico Monti, fondatore e CEO di Notarify, azienda che certifica documenti potenziandone il valore legale e consentendone la firma a distanza e una condivisione semplice e sicura grazie alla registrazione su tre blockchain, intelligenza artificiale e cloud andando a risolvere due problemi annosi: giustizia e burocrazia.

Con Notarify la blockchain mostra i suoi utilizzi concreti e pratici, dimostrando che tutti possono utilizzarla quotidianamente, in modo semplice e veloce. Federico Monti parte, simpaticamente, dall’esempio di marito e moglie che certificano gli accordi per dimostrare l’avvenuta comunicazione, a Banca Mediolanum che utilizza Notarify per la certificazione, validazione ed autenticazione di loro documenti per garantire la loro trasparenza, potenziamento di documenti critici di stampo governativo, alla tutela del diritto d’autore, per esempio le riviste per proteggersi contro le fake news. Insomma, chiunque abbia qualcosa che vuole proteggere e dimostrare la proprietà, che sia una creazione, opera d’arte, contratto, può iniziare ad utilizzarla (anche gratuitamente).

 

Le opportunità della Finanza Decentralizzata?

Se ne parla e se ne sentirà parlare sempre di più. Grossi chiede un chiarimento su cosa sia a Luca Boiardi di The Crypto Gateway, la community Italiana di riferimento su Bitcoin e Criptovalute. La finanza decentralizzata consiste in tutto quell’insieme di servizi finanziari erogabili grazie alla blockchain e smart contract (programmi che funzionano autonomamente) che permettono di sostituire il ruolo di un intemediario (come per esempio una banca) che può essere uno scambio o prestito, che diventa decentralizzato.

Per ora esistono i servizi di base: il prestito, lo scambio e tutta una serie di servizi setellite, come le assicurazioni, asset management e tutte quelle operazioni che vanno a comporre lo scambio ed il credito insomma. Luca ci spiega brevemente come è possibile ricavare rendimenti dalla finanza decentralizzata, tuttavia ci ricorda che può rivelarsi rischioso per esporci a rischi che non conosciamo.

Uno Stato lungimirante dovrebbe regolamentare i flussi principali di denaro, per esempio gli exchange, il punto di scambio tra euro e cripto e stablecoin, la liquidità più utilizzata nel mondo delle cripto ed è giusto che l’utente che va ad utilizzare le stablecoin abbia diritto ad una tutela. Secondo Luca è un bene avere una regolamentazione che disincentivi ai principali rischi delle cripto e si potrebbe addirittura incentivare i grandi investitori ad avvicinarsi di più. È necessaria però una regolamentazione flessibile che guardi anche agli sviluppi futuri.

 

Conclusioni

Come vedete i temi sono attuali, concreti ed interessanti. Un palinsesto davvero ricco per scoprire nuovi modi per approcciarsi alla finanza, ottenere rendimenti in modo sicuro e capire rischi ed opportunità spiegati in modo chiaro da esperti del settore.

Gli interventi continueranno anche stasera 4 febbraio in cui si analizzeranno gli aspetti fiscali della DeFi (Finanza Decentralizzata) a cura del Commercialista Cripto Andrea Cappai. Lucia Quaglia e Lorenzo Capone spiegheranno invece perchè Binance, la piattaforma di scambio criptovalute, è la piattaforma più grande del mondo sabato 5.

Ad essere intervistato sarà anche, curiosamente , un CryptoPunk, non una persona ma una opera d’arte cripto, un NFT. Quei simpatici omini pixellati dal valore fino a milioni di euro.

Sarà subito dopo Dario Deotto a spiegare quali sono le nuove opportunità degli NFT ed i conseguenti dettagli fiscali. Si concluderà domani il ciclo di incontri Fintech con Paolo Luigi Burlone in cui parlerà di Bitcoin, criptovalute e le plusvalenze.

Non può ovviamente in tutto questo, mancare il Metaverso.

Stefano Capaccioli che parlerà delle criptovalute come nuova paradigma fiscale e finanziario.

Ed infine le Mining farms, letteralmente le fattorie di estrazione (di criptovalute) la nuova attività di tendenza di guadagno dalle criptovalute, di cui ci parlerà Francesca Failoni tra sostenibilità e recupero ambientale. L’estrazione è considerato uno dei modi migliori e legittimi per guadagnare con i Bitcoin. A causa della diminuzione della ricompensa e dell’aumento del livello di difficoltà, ci vorrà ancora fino al 2140 circa per coniare l’intero stock di Bitcoin. Ecco perchè diventerà sempre più un’attività attraente.

Un’occasione unica per tutti, capace di avvicinare al mondo delle criptovalute e blockchain le famiglie interessate a scoprire meglio il settore del fintech in forte crescita.

Deborah Ullasci, 4 febbraio 2022

 

 

 

 

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