Commenti all'articolo Gli italiani “scoppiano” sul lavoro, vogliono settimana corta e smart working
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15 Commenti
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Rizzi
20 Dicembre 2023, 10:12 10:12
Il lavoro da casa serve soprattutto a chi dirige le imprese, che può controllare tutti i dipendenti, mantenerli isolati e contare sulla “fluidità” (cioè sull’estensione senza limiti) dell’orario di lavoro. Ovviamente la narrazione poi lo fa passare come una cosa “comoda”.
Fabry
20 Dicembre 2023, 9:32 9:32
Ragazzi…non fate i “Ferragnez” della situazione.. La competitività è stata incenerita dal fisco. Il quale se ne frega bellamente di tutto il pippone del post. Le aziende sono andate altrove proprio per quel motivo. E da “produrre” rimane ben poco. Di conseguenza date almeno la mancia come di moda.
giupor
19 Dicembre 2023, 22:49 22:49
Si punta (o si segue?) all’appiattimento. Senza impegno non si cresce, ci si trastulla magari ma si rimane fermi e, di fatto, indietreggia.
Se ai tempi non mi fossi impegnato sarei rimasto un miserabile qual ero. Ora i miei sacrifici potrebbero consentire ai figli di trastullarsi. Fino a qdo?
Tommaso_Ve
19 Dicembre 2023, 21:28 21:28
Non ho mai capito questa storia della produttività: viene considerata solo sul privato o anche nel pubblico? Perché nella seconda ipotesi è presto detto: A FUERA!!!
Mauro
19 Dicembre 2023, 17:38 17:38
Sono 40 anni che lavoro per vivere e non vivo per lavorare, e così facendo tra pochissimo andrò in pensione
antonio
19 Dicembre 2023, 17:20 17:20
il problema è culturale…i giovani che oggi pensano ad una professione o che mettono in cima ai loro obiettivi il lavoro è una sparuta minoranza… il resto è tutto uno “scialla fraté”…. ogni civiltà ha il suo splendore ed il suo declino, e noi nel giro di 20 anni spariremo dal mondo che conta.
Il lavoro da casa serve soprattutto a chi dirige le imprese, che può controllare tutti i dipendenti, mantenerli isolati e contare sulla “fluidità” (cioè sull’estensione senza limiti) dell’orario di lavoro. Ovviamente la narrazione poi lo fa passare come una cosa “comoda”.
Ragazzi…non fate i “Ferragnez” della situazione.. La competitività è stata incenerita dal fisco. Il quale se ne frega bellamente di tutto il pippone del post. Le aziende sono andate altrove proprio per quel motivo. E da “produrre” rimane ben poco. Di conseguenza date almeno la mancia come di moda.
Si punta (o si segue?) all’appiattimento. Senza impegno non si cresce, ci si trastulla magari ma si rimane fermi e, di fatto, indietreggia.
Se ai tempi non mi fossi impegnato sarei rimasto un miserabile qual ero. Ora i miei sacrifici potrebbero consentire ai figli di trastullarsi. Fino a qdo?
Non ho mai capito questa storia della produttività: viene considerata solo sul privato o anche nel pubblico? Perché nella seconda ipotesi è presto detto: A FUERA!!!
Sono 40 anni che lavoro per vivere e non vivo per lavorare, e così facendo tra pochissimo andrò in pensione
il problema è culturale…i giovani che oggi pensano ad una professione o che mettono in cima ai loro obiettivi il lavoro è una sparuta minoranza… il resto è tutto uno “scialla fraté”…. ogni civiltà ha il suo splendore ed il suo declino, e noi nel giro di 20 anni spariremo dal mondo che conta.