L’inflazione rallenta, i mercati corrono, i banchieri centrali promettono rialzi dei tassi

La conferenza stampa di Sintra

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Dritti verso la meta.
La riunione di ieri dei massimi vertici delle autorità finanziarie del mondo non lascia spazio al dubbio. L’inflazione è il nemico da combattere e, anche se i numeri della riduzione dei tassi inflattivi cominciano ad essere interessanti, Powell (Fed), Baley (BoE), Lagarde (BCE) e Uedo (BoJ), seppur con toni e modalità diverse, sono tornati senza indugi ad evidenziare e confermare le loro mire di guerra all’inflazione.

Economia ed economia

C’è naturalmente distinzione tra le politiche monetarie delle diverse aree geografiche del mondo. Il Regno Unito sta soffrendo più degli altri, l’Europa sembra una terra di mezzo, gli Usa viaggiano a ritmi produttivi importanti e il Giappone sembra aver ripreso a crescere come mai aveva fatto negli ultimi 40 anni. Il Giappone rappresenta l’unica vera anomalia di politica monetaria rispetto alle altre Banche Centrali, anche e soprattutto a causa del fatto che il Paese del Sol Levante può contare su numeri dell’inflazione decisamente meno preoccupanti rispetto alle altre aree del mondo. Ma intanto, proprio nel giorno della “Grande Riunione” i dati dell’inflazione sembrano cominciare a confortare, anche il nostro Paese.

I nuovi dati.

eri la comunicazione del dato italiano che su base annua scende dai 7,6 punti percentuali del mese scorso ai 6,4. In discesa anche la “core” a dimostrazione che le ppolitiche monetarie cominciano a fare il loro lavoro.

Anche il dato australiano è positivo, in discesa dal 6,8% del mese scorso al 5,6% di oggi. LA discesa dell’inflazione è supportata anche dai dati in discesa dei prezzi delle materie prime energetiche. Da settembre dello scorso anno il prezzo del gas è sceso dell’81%, mentre quello del petrolio del 18%. Anche questi sono segnali interessanti.

Il vero volto della realtà

Intanto la percezione di come vanno le cose incide anche sulla percezione di come sembrerebbe che vadano i mercati. Molti li credono in difficoltà, mentre alcuni, invece corrono e come se corrono. Dall’inizio dell’anno il Nasdaq ha fatto il 36%, l’Eurostocks il 14%, il Nikkey giapponese il 27%, e il Ftse mib della nostra tanto bistrattata Italia è cresciuto del 16%.

Ve ne eravate accorti?

No?!

 

Leopoldo Gasbarro, 27 giugno 2023

 

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