Mario Sommariva, Presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure orientale, si è dimesso questa mattina con effetto dal primo ottobre prossimo. Già segretario generale del porto di Trieste e una lunga esperienza professionale nel sindacato dei trasporti Filt Cgil, Sommariva era stato indicato anche come possibile candidato per il porto di Genova e Savona. Le sue dimissioni, non motivate, fanno pero’ presumere altre scelte. Come anticipato questa mattina presto la bomba delle dimissioni apre una settimana che si preannunciava già incandescente per i porti italiani e in particolare quelli liguri. Con intrecci sempre piu’ complessi con le imminenti elezioni regionali liguri, sembra iniziare a tutti gli effetti una nuova stagione, sia per quanto riguarda le scelte di governance delle Autorità di sistema portuale, sia per quanto concerne l’avvio di un processo di riforma normativa dell’ intero settore.
Oltre alle dimissioni a sorpresa, a sbloccare un processo che sembrava procedere con la consueta lentezza, giocano oggi almeno tre fattori determinanti: il primo è rappresentato dalla scelta di Marco Bucci, Sindaco di Genova, quale candidato del centro destra alle prossime elezioni per la Regione Liguria, che si terranno a fine ottobre. Bucci è un grande sostenitore e promotore del processo di infrastrutturazione del porto, della città e anche della Regione, in netta contrapposizione, (nonostante le dichiarazioni rassicuranti del candidato Andrea Orlando) con una forte corrente all’interno del campo largo della sinistra che comunque fatica a nascondere la sua naturale contrapposizione rispetto alle grandi opere e storicamente favorevole alla decrescita felice.
La candidatura di Bucci, ed è questa la seconda novità destinata a incidere sul settore portuale, svincola definitivamente Edoardo Rixi dal cappio di possibile candidato alla Presidenza della Regione Liguria. Rixi torna a guidare a pieno regime come vice ministro ai Trasporti con delega al settore portuale ed è chiamato entro fine mese a valutare le domande di autocandidatura presentate per le nove ADSP in scadenza. E proprio a questo proposito non si escludono sorprese, sia determinate da possibili anticipazioni choc rispetto alla data di scadenza naturale del mandato di alcuni presidenti, sia dall’emergere fra i candidati anche di figure (specie provenienti da Associazioni imprenditoriali del settore) di origine e marchio politico decisamente contrapposto se non decisamente ostile rispetto al governo di centro-destra. Il che avvalorerebbe la tesi del: “non sappiamo chi mettere ai vertici dei porti”.
In banchina l’effetto del patteggiamento di Toti
Il terzo fattore di incertezza risiede nella recente scelta dell’ormai ex Presidente ella Regione Liguria, Giovanni Toti, di patteggiare la sua pena, innescando un duplice effetto domino: da un lato, rendendo ancora più incandescente la breve campagna elettorale per la nomina del suo successore, con la sinistra pronta a costruire l’equazione patteggiamento uguale ammissione di colpa e con una parte della destra soddisfatta dal campo libero: non nuove intercettazioni da pubblicare, no lancio delle monetine in piazza, no uso dell’inchiesta come grimaldello verso una seconda equazione basata sul richiamo alla politica uguale morale. Dall’altro, una accelerazione di analoghi processi di patteggiamento anche per gli altri protagonisti dell’inchiesta genovese, in primis l’imprenditore Aldo Spinelli. Il tutto con una inevitabile reazione a catena nelle nomine pubbliche ma probabilmente anche in quelle private, visto che da sinistra si invoca una revisione delle concessioni in porto.
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Il tutto ovviamente calato nello scenario determinato dalla discesa in campo della magistratura, della richiesta di condanna a sette anni del ministro delle Infrastrutture (che fanno molto gola per il fiume di soldi fatto scorrere dal PNRR) e dall’immediato rilancio anche dell’inchiesta sul ministro Santanchè. Ma anche, a livello genovese, in un quadro dalle tinte differenti: è piu’ che probabile un cambio di linea editoriale del principale quotidiano, Il Secolo XIX, il cui timone da fine mese sarà saldamente in mano al colosso MSC che ha provveduto a scegliere Michele Brambilla quale direttore, certo meno schierato e forcaiolo di quanto non accaduto in questi mesi.