Non sarà …Caccia a ottobre rosso, ma poco ci manca. Il 2025 si presenta con un totale rimescolamento delle carte nel mercato dei container e con le premesse per uno scontro senza esclusione di colpi fra i grandi player che dovranno fare i conti anche con una generalizzata contrazione dei noli (accentuata paradossalmente dalla riapertura ancorchè parziale della rotta via Suez) e da un per altro ampiamente preventivato eccesso di offerta di stiva. Il tutto nella nebbia di incertezza commerciale provocata dalla nuova politica americana sui dazi.
Ma il principale elemento fattore di novità e di cambiamento, si chiama Gemini: si tratta dell’alleanza fra la danese Maersk e la tedesca Hapag-Lloyd, ufficializzata e operativa a tutti gli effetti da sabato scorso, 1 febbraio 2025.
E Ottobre rosso? E’ la Msc di Gianluigi Aponte che rischia di perdere la leadership del trasporto container non gli passa neppure per la testa, ma che dovrà confrontarsi non solo con un colosso somma di due fra i più grandi gruppi container del mondo, ma anche con una strategia del tutto innovativa basata su una rete hub-and-spoke.
Il network impiegherà circa 340 navi e opererà 57 servizi, tra cui 29 servizi di linea principale e 28 servizi shuttle intraregionali. Con una capacità totale di 3,7 milioni di TEU, la rete si concentrerà sui traffici est-ovest.
Secondo Rolf Habben Jansen, CEO di Hapag-Lloyd, il servizio si caratterizzerà per il rispetto degli orari, la concentrazione del traffico in un numero limitato di scali e la gestione integrata della logistica. Il periodo di transizione dovrebbe protrarsi fino alla fine di maggio, mentre giugno 2025 sarà il primo mese completo di operatività della rete.
Dopo dieci anni il divorzio MSC- Maersk
Questa partnership segna una vera e propria rivoluzione nel panorama delle alleanze marittime globali: MSC e Maersk pongono fine alla decennale alleanza 2M, mentre Hapag-Lloyd lascia THE Alliance per formare la nuova Gemini Cooperation.
Con l’uscita di Hapag-Lloyd da THE Alliance, Ocean Network Express (ONE), HMM e Yang Ming Marine Transportation daranno vita alla “Premier Alliance”. Il lancio è previsto per entro la fine di questo mese, in attesa della decisione della Federal Maritime Commission (FMC) degli Stati Uniti, questa partnership quinquennale si concentrerà sulle principali rotte commerciali est-ovest tra Asia, Nord America ed Europa.
Mediterranean Shipping Company (MSC), la più grande compagnia di navigazione al mondo con circa il 20% di quota di mercato, intende operare in modo indipendente.
Per altro Ocean Alliance – composta da CMA CGM, Evergreen, Cosco e OOCL sarà il leader di mercato.
E tutto ciò accade con una recessione alle porte: i noli dei container marittimi sono destinati a diminuire ulteriormente a febbraio, influenzati dal cessate il fuoco in Medio Oriente e dal rallentamento derivante dal Capodanno lunare cinese. I cali in atto sono del 22% dal Nord Europa e del 13% dal Mediterraneo.
L’attuale cessate il fuoco, iniziato il 19 gennaio, dovrebbe durare 42 giorni prima di entrare nella fase 2, che potrebbe portare a un accordo permanente. Tuttavia il mese di febbraio sarà cruciale per comprendere l’andamento delle tariffe del 2025.
Nonostante l’attività commerciale sia rimasta in sordina dopo l’inizio delle vacanze di capodanno in Cina, le tariffe spot sulla maggior parte dei principali traffici marittimi est-ovest hanno continuato a registrare lievi cali.
Noli in calo arrivano le sovra tariffe
Tuttavia, una serie di aumenti generali delle tariffe (GRI), annunciati dai vettori all’inizio dell’anno, sono stati applicati domani (1° febbraio) sui servizi Asia-USA, tra i 1.000 e i 3.000 dollari per 40 piedi, anche se resta da vedere se saranno mantenuti.
Inoltre, sia MSC che CMA CGM hanno annunciato un nuovo sovrapprezzo di alta stagione di 1.000 dollari per 40 piedi da applicare a partire dal 1° marzo sulle spedizioni transatlantiche n direzione ovest.
Sempre nel mercato container fra poco si parla di bilanci; lo ha già fatto il vettore giapponese ONE che ha pubblicato i risultati del terzo trimestre che rappresentano la sua performance negli ultimi tre mesi del 2024 con un aumento del 44% dei ricavi su base annua, a 4,85 miliardi di dollari per il trimestre, grazie a una crescita del 5% dei volumi, a 970.000 teu. Il risultato è stato un utile netto di 1,6 miliardi di dollari, a fronte di una perdita netta di 83 milioni di dollari nel corrispondente periodo del 2023, poco prima dell’inizio della crisi del Mar Rosso. ONE ha previsto per l’intero anno un fatturato di 19 miliardi di dollari e un utile netto di poco più di 4 miliardi di dollari, con un miglioramento del 30% rispetto ai risultati del 2023.