Relazione

29 maggio ’53. L’uomo conquista l’Everest e vince una nuova sfida

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La spedizione non si aspettava il clamore che li attendeva al loro ritorno in Gran Bretagna. Sia Hillary che Hunt furono nominati cavalieri Tutti i membri della spedizione furono festeggiati con party e banchetti per mesi, ma i riflettori sono puntati principalmente su Hillary e Tenzing, gli uomini responsabili di uno degli eventi determinanti del 20° secolo.

E’ il 29 maggio del 1953, esattamente 69 anni fa. Tenzing Norgay ed Edmund Hillary divennero i primi scalatori a raggiungere la vetta dell’Everest, la montagna più alta del mondo. Il loro successo è stato uno dei primi colossali eventi mediatici della storia moderna. Arrivato dopo più di tre decenni di spedizioni fallite. 

La scalata impossibile

I membri della spedizione, sponsorizzata dalla Royal Geographical Society e dal Club alpino, erano il colonnello John Hunt, GC Band, Bourdillon, RC Evans, A. Gregory, Edmund Hillary , WG Lowe, CWF Noyce, MP Ward, MH Westmacott, il maggiore CG Wylie (trasporti), T. Stobart (direttore della fotografia) e LGC Pugh (fisiologo).

Dopo tre settimane di addestramento sulle montagne vicine, decidono di partire. Studiano un piano, scelgono un percorso. Decidono di salire lungo la cascata di ghiaccio del Khumb.

 

 

Il 17 maggio è allestito un campo a 7.315 metri. La via nella parte alta della parete, sopra l’Éperon, è aperta per la prima volta il 21 maggio. Il giorno successivo 13 sherpa guidati da Wylie, con Hillary e Tenzing davanti, raggiungono il primo punto di ritrovo per lo scarico dei materiali. Il bel tempo continua, ma con forti venti. Il 26 Evans e Bourdillon scalano la vetta sud dell’Everest, ma era troppo tardi per andare fino in cima.

L’arrivo, dopo una scalata che sembrava impossibile è fissato alle 11.30 del 29 maggio.

 

 

Sembrava una sfida imposssibile.

Ma da quel giorno, solo dalla dimostrazione che si potesse fare, su quella vetta sono saliti in tanti. Quando le cose si fanno difficili, l’uomo trova sempre una strada.

Preparazione, addestramento, visione, dedizione, sacrificio, reciproca responsabilità. E’ così che la parola “IMPOSSIBILE” si trasforma in “SUCCESSO”

 

 

 

 

 

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