Relazione

Quando per usare il trend-social si perde il senso della misura e del rispetto

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Ormai è solo una questione di trend ed i protagonisti dei social, dei blog, ed anche molti giornalisti pur di ottenere visualizzazioni e riscontri legati ai numeri di followers superano ogni limite, ogni forma di rispetto. Ho letto ieri sera un’ invettiva di un tizio, a suo dire un pezzo grosso del mondo digital, contro Piero Angela.

Forse perché sono un pezzo piccolo, molto piccolo, ho avuto sempre poca simpatia per gli arroganti signori della rete e del digitale, pur riconoscendone le enormi innovazioni con le quali hanno migliorato la nostra vita. Ho avuto la fortuna di essere speaker in un convegno qualche anno fa. Eravamo in una bella location romana che sembrava uscita dal film La Grande Bellezza e di fianco a me, dietro il tavolo dei relatori, c’era proprio lui, Piero Angela.

Come capita raramente con i Grandi&Famosi, il conoscerlo di persona non aggiunse molto all’impressione che avevo avuto seguendolo in televisione. Lui era così come si presentava nei suoi  programmi: gentile, preparato assolutamente disponibile a lasciare spazio ad un giovanotto come me. Insomma una faccia unica per tutte le occasioni.

Ora, mi chiedo cosa possa portare un “grande della rete”  ad inveire contro un personaggio come Angela. Pensavo da antropologo che il dramma ed il mistero della morte potessero disinnescare, almeno per qualche tempo, le polemiche più accese.

Forse qualche Freudiano potrà intravedere il tentativo dell‘orda tribale di sbranare il padre per assorbirne il potere. Troppo complicato. Voglio evidenziare almeno due motivi che hanno ispirato in me la grande stima che ho per Piero Angela. Sono le stesse che hanno provocato l’enorme disgusto che il nostro al nostro megaboss della rete, hatrasfertio nei suoi scritti di queste ultime ore ed al quale comunque vorrei domandare:-

“Lei ha avuto 30 anni a disposizione per sparare fiele, nei cofnronti di Angela, perchè non lo ha fatto guardandolo in faccia, mentre ancora vivo, poteva risponderle direttamente? 

Quando Piero Angela da semplice giornalista, inviato a commentare fatti di costume in giro per il mondo, decide di dedicarsi alla divulgazione storico-scientifica, sceglie subito la via maestra della comunicazione: vuole sedurre la gente utilizzando tutte le tecniche televisive e narrative che man mano con i suoi collaboratori andava implementando. L’obiettivo era quello di non  annoiare la sua audience neanche per un minuto. pur trattando sempre argomenti complessi.

La grande lezione di Angela per i docenti, per gli educatori, per i formatori e per i capi d’impresa, non è solo e tanto nei contenuti che ha divulgato ma nella modalità. Se ci fossero corsi di Pierangelismo nelle università che preparano gli insegnanti, i manager e forse anchei semplici genitori, forse potremmo pensare seriamente a costruire un mondo migliore. La seconda qualità di Angela è proprio quella che più fa inviperire il nostro boss digitale: avere un figlio che milita nello stesso ambiente. Nepotismo dice lui, ma invece si tratta di un vero e proprio miracolo nella conduzione educativa di Alberto. Angela padre è stato grande quanto Angela giornalista divulgatore.

Infatti, tutti noi sappiamo quanto sia difficile essere genitori.

A volte bravi e devoti genitori che si rompono la schiena per i loro figli, che cercano di seguirli ed indirizzarli non ottengono altro che crescere persone orribili.

Quando vedo genitori che crescono un figlio che si appassiona all’avventura professionale del padre o della madre e non solo ne segue le impronte ma addirittura diventa più bravo non posso che restarne ammirato.

Certo questa è una mia opinione e l’uomo della rete ne ha un’altra opposta.

Credo però che la differenza più grande non sia nell’interpretazione dei fatti e delle vite ma nel rispetto.

Quell’uomo non conosce il rispetto. E lo ha dimmostrato prorpio in questa vicenda.ò

Se studiamo l’evoluzione del mondo, l’emanciapzione degli esseri umani nel corso della storia, vediamo che questa è strettamente collegata al fatto che il “rispetto” è stato sempre di più allargato ad individui e fasce di popolazione che prima sembravano non meritarlo.

Rispetto per il nemico, per lo straniero, per il povero, per il diverso, per il malato, per l’anziano, per i bimbi. Tutto questo rispetto è stato fruttod i dolorose conquiste.

Oggi rischiamo di regredire solo perché nascosti dietro una tastiera, non abbiamo confronti diretti con le persone e con il dolore che provochiamo. Si è così vigliacchi da farlo conspevoli d non rischiare nulla, neanche uno schiaffo.

La comunicazione fra le persone è ormai per il 99% virtualizzata. Però come gli amori, fa un lungo giro e torna sempre nel mondo reale. Restano le parole che costruiscano il Mondo”.

Sono esagerato?

Direi proprio di no. Tornare al rispetto, esigere il rispetto, aver timore di mancare di rispetto, non ci impedirà di dire quello che dobbiamo dire. Non ci esimiamo dal denunciare quello che vogliamo denunciare, ma ancora una volta il senso del rispetto ci impedirà di segare il ramo sul quale siamo tutti seduti.

I tasti che premiamo per costruire le parole che possono demolire o edificare il nostro mondo non sono meno potenti di quelli che potrebbe usare un dittatore folle scatenando una pioggia di missili. Speriamo di avere noi un maggior senso del rispetto. E dell’onore.

 

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