Anche i ricchi piangono….sono trascorsi quasi trent’anni da quel manifesto di Rifondazione comunista che invocava ulteriori tasse su chi la barca poteva e può permettersela. Oggi, benchè il fumus dell’invidia sociale continui a insinuarsi fra le imbarcazioni allineate ai moli dei porti turistici, anche a sinistra sembra che i più abbiano compreso che la nautica da diporto, specie la grande nautica impegnata nella progettazione e costruzione di yacht extra lusso, è un tesoro del sistema Paese.
Con alcune caratteristiche del tutto particolari: l’effetto moltiplicatore su una occupazione ad altissima specializzazione, la capacità di attrarre investitori finanziari senza spostare via dall’Italia né i centri decisionali, né la catena produttiva, la connotazione come unica filiera del lusso rimasta autenticamente made in Italy.
Fatturato in crescita del 440%
Il Salone nautico di Genova, oggi arrivato al traguardo della sua alla sua 64esima edizione e passato indenne attraverso contestazioni, scontri politici, fratture nel mondo imprenditoriale di riferimento ha aperto oggi i battenti, calando alcuni assi: incrementi nel fatturato che raggiungono negli ultimi cinque anni il 440%; nello stesso periodo occupazione raddoppiata e in un caso addirittura triplicata; Ebitda che gravita fra il 14 e il 24%.
Secondo uno studio “The state of the art of the global yachting market” realizzato recentemente da Confindustria Nautica insieme con Deloitte, il mercato dello yachting cresce a livello mondiale dell’11% e avesse raggiunto i 33 miliardi euro, 25 solo per i superyachts. Segmento in cui l’Italia è il leader mondiale nella produzione con una quota del 54%. Un trend in espansione soprattutto per la cantieristica nazionale, che con un giro d’affari da oltre 4,4 miliardi di euro registra un più 20% rispetto all’anno precedente.
Ma come emerso in queste ore ancora più significativi sono i dati relativi alla progressione degli ultimi cinque anni. Dal punto di vista del fatturato i principali nove cantieri italiani, raggiungono un totale di 3,5 miliardi con una crescita “fine 2023 su dicembre 2018) di circa il 97%. Guidata dai tre brand più affermati: se il termini assoluti guidano la classifica il gruppo Ferretti che con una crescita del 110% ha raggiunto quota 1.134 miliardi, Azimut Benetti con una crescita del 57,7% ha raggiunta quota 1.053 milioni, con un più 126,7% il Cantiere San Lorenzo, ha più che raddoppiato il suo fatturato annuo, raggiungendo quota 840,2 milioni.
I tre “moschettieri” dello yachting, Ferretti, Azimut Benetti e Sanlorenzo, la fanno da padrone anche nei Saloni in corso in Costa Azzurra, ma è tutto il segmento dello yachting a viaggiare con il vento in popp: è il caso dei Cantieri del Pardo che, con un più 443% nei cinque anni balzando da un fatturato di 31,7 a uno di 172,4 milioni di euro. Per incremento di fatturato seguono Aschenez con un più 285,5% e Baglietto salito da 23,7 a 64,4 milioni grazie a una crescita del 170,8%.
Una calamita per manodopera specializzata
Particolarmente indicativo anche per quanto riguarda il radicamento di queste aziende in Italia, è il dato quinquennale sull’occupazione: l’incremento maggiore da 382 a 1065 dipendenti è quello dei Cantieri SanLorenzo, seguiti dai Cantieri del Pardo che hanno quasi triplicato le maestranze, da 69 a 180 addetti, contribuendo comunque tutti i primi nove gruppi a una crescita di circa il 46% dell’occupazione (dato a fine 2023), balzata da 3673 a 5362 addetti.
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Come anni fa aveva evidenziato in Sardegna, la manifestazione il Forum del lusso possibile organizzato da Federagenti, se i ricchi piangono, i poveri singhiozzano. Perché in questo settore l’occupazione cresce in modo esponenziale e si è calcolato che ogni metro di yacht desse lavoro a sei famiglie.
E il mercato cantieristico continua a essere effervescente anche sul fronte della finanza e delle acquisizioni: Ferretti si appresta a chiudere l’acquisizione della catena produttiva delle barche a vela Wally Yacht.
Sanlorenzo yacht si è reso protagonista meno di due mesi orsono della più significativa acquisizione entrando nel mondo della vela. Dopo mesi di trattativa, l’azienda di Ameglia (La Spezia), quotata a piazza Affari e guidata da Massimo Perotti, ha comprato il gruppo Nautor Swan (con sede in Finlandia), finora controllato da Leonardo Ferragamo. L’azienda è specializzata nella progettazione, costruzione, commercializzazione e refit di imbarcazioni a vela di lusso (a marchio Swan, Maxi Swan e ClubSwan), nonché a motore (con marchio Shadow e Arrow).
Il Cantiere del Pardo che nasce nel 1973 e da allora ha varato circa 5 mila barche è passato sotto il controllo del Gruppo Calzedonia, tra i leader italiani nel settore dell’abbigliamento e dell’intimo che ha rilevato la quota del 60% che era in possesso del Fondo di investiment Wise Equity.
Per quanto riguarda i Cantieri Capelli, hanno trovato conferma le voci di un ingresso in forze del gruppo turco RMK Capital AG che fa capo a Rahmi M. Koç, tra i più potenti uomini d’affari turchi.