Politiche green

Effetto serra, tutti gli errori dell’Ipcc

Politiche green

Affinché vi sia equilibrio termico è necessario che l’intensità Iin della radiazione solare in ingresso nella Terra uguagli l’intensità Iout della radiazione da essa in uscita nello spazio: Iin= Iout . Della radiazione solare che giunge all’orbita terrestre, Isole , una parte – proporzionale ad un coefficiente, a, che si chiama coefficiente di albedo – viene riflessa, e una parte viene assorbita. Quest’ultima risulta essere Iin = (1 — a)Isole ∕4. In definitiva:

Iout = (1 — a)Isole ∕4

che, come si vede, dipende da due parametri: l’irradianza solare, Isole , e l’albedo, a . L’effetto serra è quindi un numero, G , ed è dato dalla differenza tra la radiazione emessa dalla superficie della Terra e la parte di questa radiazione che attraversa l’atmosfera e va oltre nello spazio. Siccome la radiazione emessa dalla superficie della Terra è proporzionale [costante di proporzionalità σ = 5.67 x 10-8 watt/(secondi ∙ kelvin)] alla quarta potenza della sua temperatura (legge di Stefan-Boltzmann), allora l’effetto serra è

     G = σT4 − (1 − a)Isole ∕4    (1)

un’equazione sufficientemente generale da applicarsi a qualunque pianeta, luna o asteroide. 

Per la Terra, i valori delle quantità dette sono: T = 289, a = 0.3, Isole = 1370 W∕m2, cosicché

G = 160 W∕m2

è l’effetto serra naturale, di cui 30 W∕m2 sono attribuiti alla presenza naturale della CO2. Questo effetto serra naturale fa sì che la Terra è più calda di 33 gradi: una Terra senza atmosfera sarebbe 33 gradi più fredda. 

Dall’equazione (1), la variazione in effetto serra è 

ΔG = 4σT3 ΔT + IsoleΔa/4  (2)

dove,  come s’usa di solito, la variazione di una quantità è stata indicata premettendo al suo simbolo la lettera greca delta maiuscola. Per chi non è familiare con la matematica accetti sulla fiducia il passaggio dalla (1) alla (2), ove si è assunto ΔIsole = 0, perché secondo l’Ipcc il valore dell’intensità della radiazione solare sull’orbita terrestre è costante.  

Inserendo i valori σ = 5.67 x 10-8W∕(s ∙ K), T  = 289 K e Isole = 1370 W∕m2, la relazione (2) diventa

  ΔG = 5.67ΔT  + 342Δa   (3)

Ora:

  1. Secondo l’Ipcc, la variazione di effetto serra dovuto ad un raddoppio della concentrazione atmosferica della CO2 vale 

ΔG = 3.7 W∕m2

Si noti che questo è un aumento del 2.3% rispetto all’effetto serra naturale. Orbene, posto che l’effetto serra naturale ( G = 160 W∕m2) comporta un aumento della temperatura di 33 gradi, se l’effetto serra diventa G + 3.7 = 163.7 W∕m2, quale sarà la corrispondente variazione di temperatura? 

2) Secondo l’Ipcc la corrispondente variazione di temperatura è un aumento di 3 gradi:

ΔT = 3K

3) Inoltre, sempre secondo l’Ipcc – e secondo tutti i modelli climatici –  un aumento della concentrazione atmosferica di CO2 comporta un AUMENTO dell’albedo, cioè  Δa > 0. 

Ma con ΔG = 3.7  e ΔT = 3  la relazione (3) diventa (in W/m2)

3.7 = 16.4 + 342Δa (4)

che può essere soddisfatta solo se Δa = – 0.037 , cioè la variazione di albedo è negativa. Ma come detto, secondo l’Ipcc – e secondo tutti i modelli climatici – un aumento della concentrazione atmosferica di CO2 comporta un aumento dell’albedo, cioè comporta un Δa  positivo, ma in questo caso la (4) non verrebbe in nessun caso soddisfatta. Detto diversamente:

Sembra che all’Ipcc abbiano seri problemi con la fisica elementare!

Per cercar di metter le cose a posto, all’Ipcc si sono inventati i cosiddetti meccanismi di feedack positivi. Dicono quelli dell’Ipcc: più CO2 significa più riscaldamento, ma più riscaldamento significa 1) più CO2 emessa dagli oceani, cioè più riscaldamento; 2) maggiore evaporazione d’acqua, cioè più riscaldamento (l’acqua è il principale gas-serra); 3) maggiore scioglimento dei ghiacci, cioè minore radiazione solare riflessa nello spazio, cioè più riscaldamento; 4) scioglimento del permafrost con immissione in atmosfera di metano, cioè riscaldamento (il metano è un altro gas serra).  E più riscaldamento significa: etc., etc.

Si noti che qui a innescare la reazione a valanga non è la CO2 in sé, ma il riscaldamento. Cioè, qualunque riscaldamento dovrebbe causare questa presunta reazione a valanga. Ma la cosa, come detto, è un’invenzione, perché è contraddetta dai fatti: i fatti sono che nell’ultimo mezzo milione d’anni la temperatura del pianeta ha oscillato con variazioni dell’ordine di 10 gradi attorno a temperature dell’ordine di 300 kelvin, cioè la temperatura ha oscillato con variazioni di appena il 3% intorno al suo valor medio; ma quando ci sono stati riscaldamenti naturali il pianeta ha reagito, di tutta evidenza, con feedback negativi e non con feedback positivi, altrimenti sarebbe entrato in ebollizione. Per usare le parole di Greta: non è andata in fiamme la nostra casa nel passato, e non andrà in fiamme nel futuro.

Franco Battaglia, 12 gennaio 2023

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it

LA RIPARTENZA SI AVVICINA!

SEDUTE SATIRICHE

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli