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Emiliano e De Luca, governatori peronisti - Seconda parte

Alla prova del governo, però, i grillini sbandano, perdono credito e i presidenti delle due maggiori regioni del Meridione continentale, rilanciati dall’emergenza, ne ereditano la formula migliorandola con due innesti: i sussidi elargiti sono potenziati dalla visibilità social e tv (i decreti di assunzione firmati in diretta), l’appello al popolo è garantito dalla parola del leader che ne trae immagine e forza (via preclusa ai cinquestelle dopo l’autoesilio di Grillo). Vista nell’insieme la formula – leader, popolo, sovvenzioni – ha un marcato tratto peronista.

Per questo può apparire indigesta a un partito di ascendenze democratiche e strutturate come il Pd; quando però la strategia di Bettini e Zingaretti diventa l’alleanza organica con i grillini, che comporta con la sperata annessione degli elettori anche l’inevitabile adozione delle idee, l’exploit di De Luca ed Emiliano non appare così eterogeneo. Dopo tanto allarme sui populismi immaginari, ora ne sembra in gestazione uno reale. A sinistra.

Antonio Pilati, 30 settembre 2020

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