Exit poll Olanda, per i giornaloni la sinistra ha già vinto

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Ricevo da uno di voi, da un lettore di questo sito, questa bellissima lettera riguardo alle elezioni in Olanda, dove il nostro amico risiede, e soprattutto riguardo alla sua pronta interpretazione in Italia. é tutta da leggere:

Buongiorno, premesso: non sono giornalista ma solo un cittadino italiano che vive in Olanda da 10 anni. Come tutti sapranno da giovedì a domenica sono iniziati i quattro giorni di votazione, ogni paese della Comunità europea decide per l’ elezione dei propri candidati al parlamento europeo. In Olanda, primo paese assieme alla Gran Bretagna, si è già votato giovedì e, a differenza della seconda, sono già usciti i primi exit pool.

Tutto normale o quasi. Immaginiamo in Italia se si dovesse eleggere il parlamento italiano ed ogni regione scegliesse di votare in giorni diversi, ad esempio prima la Sardegna, il giorno dopo la Sicilia e dopo ancora altre regioni.

Sempre ritornando all’esempio della Sardegna, quando si votò per le ultime regionali, gli exit pool davano un testa a testa tra il centro sinistra e il centro destra, previsione che si è rivelata completamente errata, lo scarto fu all’incirca del 15%. Non fu un gran problema di per sé, la discussione è semmai nata riguardo quanto questo strumento di previsione fosse più o meno valido. Questa certezza non esiste, non è mai esistita e non esisterà. Quel che contano sono i voti che nel segreto delle urne gli elettori dovranno dare. Ritornando al caso come nell’esempio precedente, se ogni regione avesse votato in giorni diversi e gli exit pool fossero stati diffusi già nei giorni precedenti? Quanto queste previsioni di voto avrebbero inciso sulla decisione dei votanti delle altre regioni? Forse poco, forse niente, per molti rimarrebbe comunque il dubbio. Per questo buona regola in Italia e nel mondo dovrebbe essere quella di non diffondere exit pool prima che le votazione siano concluse.

E in Olanda cosa succede? Si prevede già che i laburisti siano i vincitori e una netta disfatta per i populisti. Ora che vinca l’ uno o l’ altro non è importante. Magari hanno ragione, magari è il contrario. Saranno le previsioni di voto accurate con un minimo scarto o saranno smentite come clamorosamente è successo in Sardegna pochi mesi fa? A molti rimane il dubbio che in qualche modo si condizionino gli indirizzi di voto negli altri paesi con uno strumento che essendo solo un sondaggio non ha niente di scientifico.

La domanda è quindi: a chi giova l’exit pool in Olanda?

Nell’immaginario collettivo l‘Olanda è il paese della cultura aperta dove le libertà personali si spingono al limite (droghe leggere liberamente vendute nei coffee shop, eutanasia libera) e della multiculturalità. Alcuni la chiamano la Svizzera del nord, paese dove vengono incentivate le multinazionali con una tassazione agevolata anche questa al limite. L’immagine di un Olanda aperta e solidale dove tutto è concesso tende a venire meno con le nuove generazioni. La politica si trova a dover affrontare nuovi problemi e si diffonde l’idea che troppa libertà e troppa apertura faccia male.

Qui nascono i primi populisti e, un caso su tutti è la vicenda di Pim Fortuyn, fondatore di un partito liberal conservatore antiislamico, definito di estrema destra dai suoi avversari, ucciso da un estremista di sinistra il 6 maggio 2002. Qui viene indetto un referendum in cui si chiedeva se si era d’accordo per l’entrata dei Paesi Bassi nell’Unione Europea e la maggioranza ha nettamente votato per il no. Immaginate che smacco per l’ unione Europea un voto sfavorevole. Da quel momento in poi non si sono più indetti referendum e i paesi successivamente entrati non hanno più chiesto il voto di conferma, lo hanno deciso direttamente i politici, come del resto lo hanno deciso in nome degli olandesi.

Altro capitolo di discussione in Olanda è se esista una vera libertà di stampa: i giornali sono per la maggior parte in mano a grandi gruppi industriali, molto probabilmente non desiderosi di cambiare il proprio status quo, le stesse multinazionali a tassazione agevolata che rendono “tranquilla” la vita degli olandesi propugnando in gran parte la multiculturalità che garantisce nuova manodopera a basso costo, cosa di cui hanno necessariamente bisogno. Il dubbio ora è che forse a questi gruppi di potere come a molti altri gruppi di potere in Europa gioverebbe l’exit pool olandese per avvertire in anticipo: “l’Olanda ha già deciso, qui hanno perso i populisti”, loro probabilmente lo hanno già deciso, “fatevene una ragione”. Forse è solo un mio dubbio ma vorrei capire se non è solo il mio.

Massimo da Rotterdam

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