Fabbrichiamo masse di analfabeti laureati

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Per quanto tempo i ragazzi italiani sono in grado di concentrarsi per seguire una spiegazione? Massimo dieci minuti. Ecco spiegati i risultati disastrosi dell’ultimo test Invalsi che nonostante tutto – cioè nonostante i disastri – non è da addebitarsi soltanto alla didattica a distanza (Dad) ma soprattutto alla didattica in presenza ossia alla scuola che non esiste più ed è stata sostituita dalla post-scuola. I dieci minuti di grande concentrazione non sono un’invenzione di chi scrive ma di Francesco Alberoni che il 29 novembre 2010 sul Corriere della Sera nella sua rubrica Pubblico&Privato scriveva: “Quasi tutti i miei colleghi universitari sono d’accordo nel dire che molti loro studenti non sono capaci di seguire un’esposizione, un compito impegnativo o un ragionamento per più di dieci minuti”. Dunque, come si può intuire, la Dad non c’entra e se c’entra è solo come scoperta dell’acqua calda.

La differenza tra gli analfabeti di oggi e di ieri è che gli analfabeti di oggi sono diplomati e anche laureati. Non è una battuta. È cronaca. Per due motivi. 1. la crisi degenerativa del sistema scolastico e universitario italiano copre la bellezza di ben mezzo secolo, quando si smontò una scuola, quella di Gentile, ma non se ne costruì un’altra. Così il passaggio alla scuola di massa non spinse, come disse in tutti i modi Salvatore Valitutti, a ripensare la scuola nei suoi presupposti giuridici e istituzionali per passare dal monopolio alla scuola libera ma fu solo l’occasione per consegnare alla Dc i bidelli e al Pci gli insegnanti. 2. il sistema scolastico, come una macchina guidata da un robot, ha continuato a camminare distribuendo titoli di studio a tutti, così è accaduto che più il livello degli studi è calato e più la distribuzione dei titoli è aumentata, fino al punto in cui gli stessi analfabeti sono saliti in cattedra. Come si pone rimedio a questo fallimento che oggi – solo oggi – è riconosciuto come “disastro antropologico” (Chiara Saraceno) ma che ha una sua lunga storia dietro le spalle?

Valitutti – che è stato insieme allievo di Croce, Gentile ed Einaudi – una volta, un po’ scherzando e molto facendo sul serio, mi disse: “La scuola italiana è messa così male che, ormai, l’unica cosa da fare è chiuderla per tre anni per poi riaprirla su nuove basi che non possono più essere quelle del monopolio statale”. E non aveva visto la post-scuola!

Giancristiano Desiderio, La Ragione del 22 luglio 2021

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