Nella mattina di domenica 20 aprile 2025, Dawda Bandeh, 28 anni, cittadino gambiano residente in Italia, è stato denunciato dai carabinieri per violazione di domicilio. Intorno alle 5:45, un residente di via Melchiorre Gioia aveva segnalato alla polizia la presenza di un uomo sul proprio balcone. Portato in caserma, Bandeh è stato rilasciato con una semplice denuncia, dal momento che non aveva rubato nulla.
Poche ore prima, un episodio simile si era verificato in via Crema, dove l’uomo era stato sorpreso mentre rubava un ombrello e un paio di jeans. Anche in quel caso, denunciato per furto, era stato lasciato andare.
Il delitto nella villa di via Randaccio
Dopo il rilascio, Bandeh ha dichiarato ai carabinieri di voler rientrare a casa, ma invece si è diretto verso via Randaccio, una zona residenziale vicino all’Arco della Pace di Milano. Le telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso mentre scavalcava il muretto di una villa privata. Angelito Acob Manansala, 61 anni, domestico filippino che lavorava nella villa, è uscito quella mattina per una passeggiata con il cane. Rientrato, si è trovato di fronte Bandeh.
Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo lo avrebbe aggredito e strangolato, impedendogli di lanciare l’allarme. Dopo l’omicidio, Bandeh sarebbe rimasto nell’abitazione per ore, rovistando nei cassetti e tra gli oggetti della casa.
La scoperta del delitto
Il proprietario di casa, un imprenditore israeliano, è rientrato intorno alle 18:00 dopo una settimana di ferie. Appena entrato ha notato il corpo senza vita di Angelito sul pavimento e, poco distante, Bandeh intento a rovistare. Senza farsi notare, è uscito dalla villa e ha avvisato le autorità. Gli agenti, arrivati sul posto, sono entrati con cautela. Bandeh ha tentato di aggredirli ed è stato bloccato grazie all’uso di un taser.
È stato successivamente arrestato con l’accusa di omicidio. Durante il fermo, gli sono stati trovati 80 euro, probabile bottino del furto.
Le indagini in corso
L’inchiesta, coordinata dal PM Andrea Zanoncelli, si concentra sul movente del delitto. Sebbene sembri un tentativo di furto, molti dettagli rimangono ancora poco chiari. Gli investigatori si stanno interrogando sul perché Bandeh sia rimasto così a lungo nella casa dopo l’omicidio e se fosse in condizioni mentali lucide al momento del crimine. Al momento non emergono precedenti psichiatrici né ricoveri per il 28enne.
Bandeh, arrivato in Italia come minore straniero non accompagnato nel 2011, risiede a Bulgarograsso, in provincia di Como. Gli unici precedenti penali li aveva collezionati tra il 2019 e i giorni immediatamente precedenti al delitto.
Angelito Acob Manansala
La vittima, Angelito Acob Manansala, da anni lavorava come domestico a Milano e da sei anni conviveva con la compagna Laurelia Arriola. I due avevano programmato di sposarsi nelle Filippine nell’ottobre del 2025. La mattina di Pasqua dovevano trascorrere una giornata serena insieme. La donna ha provato a contattarlo ripetutamente quella giornata, fino a recarsi in serata in via Randaccio, dove ha trovato la villa circondata dalle auto della polizia.
L’intera comunità filippina si è stretta attorno alla famiglia di Angelito, mentre le autorità si sono impegnate a organizzare il rientro del corpo nelle Filippine.