Cultura, tv e spettacoli

Ferragnez, la farsa mondiale diventata circo

La coppia-scoppiata più seguita d’Italia non è mai esistita. Una presa in giro da influencer

Dicono: ma che stai sempre a occuparti dei Ferragnez, pensa piuttosto a denunciare i complotti del mondo. Per dire: canta solo la canzone che voglio io, un po’ come il juke-box di Bennato. Ed è fiato sprecato spiegare ai vorrei ma non posso che l’informazione non funziona così, che di tutto si può, si deve parlare, senza reticenze e con la dovuta serietà e onestà.

Chi legge può pretendere la lista degli argomenti che vuole, che crede urgenti sulla base della propria inesperienza o fanatismo, ma la canzone la scelgo io e scelgo pure come suonarla: dei Ferragnez intendo occuparmi a oltranza perché ho ragione nel vederci, spesso in anticipo, il sintomo dei tempi ignobili, traendone le dovute conseguenze a dimensione socioeconomica, sul costume, sulle generazioni sciagurate che verranno; altri lo faranno alla maniera dei giornali mainestream, ossequiosi, servili, complici dietro la finzione dell’oggettività britannica, “solo i fatti” come dicono quelli che li travisano per mestiere. E perché uno non dovrebbe accorgersi che la Ferragni è a suo modo zeitgeist, è specchio dei tempi malati se spreca paginate di social per piangersi addosso come suo solito?

Adesso racconta che il matrimonio col degno marito e socio in affari social, il Fedez dei pendagli da curva, “è stata tutta una finzione fin dall’inizio”: per i balordi che li seguivano, anzitutto. Un po’ come i pandori. Se era finzione, perché hanno posato, recitato per anni? Se il ragazzotto di Buccinasco voleva mollare sull’altare la provinciale cremonese e lei lo sapeva, lo sospettava, e nella finzione perpetua han fatto due figli subito esposti fin dalle ecografie, questa è o non è una truffa sui gonzi? E tutto intorno lo svolazzare di putti e puttazze, di amorazzi, di intriganti, di Corona che ci inzuppano il biscotto, che “rivelano” e alludono, sempre per soldi, ah che cronache di poveri amanti! Lei che lo denuncia come losco e traditore, l’altro che va a Sanremo a cantare contro la ex moglie, “Bella stronza”, sempre per il business e i giornali si gonfiano d’aria mefitica. Le solite meschinità piccoloborghesi vecchie come Adamo ed Eva, si potrà dire: sì, ma essendo proiettate su milioni e milioni di schermi, di telefonini, sono o non sono prese per i fondelli, sono o non sono cose di cui parlare, rispecchiando piaccia o non piaccia un modello, ignobile, per i ragazzini drogati di vanità, di protagonismo, di falsità, di avidità?

Truffa per truffa, questa Ferragni in fama decaduta di imprenditrice seppur digitale, regina di inquietante ossutaggine di un castello di carte franato nell’inerzia dell’incapacità, ammette un imbarazzo per coprirne un altro: è stata appena rinviata a giudizio per truffa aggravata, stessa ipotesi di Wanna Marchi (che, sapendola lunga, dichiarava: io sono l’originale, quella è solo una imitazione). Ferragni pretende di risolvere le pendenze penali mostrandosi con una vestaglietta oncologica e assicurando un qualche risarcimento a chi ha comprato un panettone pagandolo tre volte tanto, siccome sopra c’era la sua faccia e credendo di far beneficenza ai bambini malati di cancro – perché di questo si tratta, di uno schifo abissale, di un cinismo agghiacciante, anche se sembra non impressionare nessuno, anche se tutti ci ridono su.

Ma sì, una clip, un comunicato, un accomodamento col Rienzi del Codacons, buono anche quello, e che deve entrarci la magistratura? Invece la magistratura pensa che ci voglia il codice penale, ci voglia il processo. E allora la Ferragni, che evidentemente nella bolla di alienazione mediatica ci morirà così come ci è nata, dà in pasto le sue corna, le lacrime, tutta paccottiglia sentimentale. Ma non le credono più nemmeno le mocciose che parlavano come lei, si smaltavano e acconciavano come lei. Le emule, le vorrei ma non posso.

I Ferragnez con l’Ambrogino d’oro conferito da Sala, altro personaggio notevole, per “meriti sociali”, che a festa finita si è subito dissociato da se stesso, ah lo hanno proposto altri, io lo ho solo assegnato (7/12/2020). Gli altri chi, se non la politica che voleva candidarli, che già se li pregustava, lei col Pd, partito del sindaco, lui per i grillini? In prospettiva gli avrebbero fatto comodo le elezioni, visto che la coppia modello una volta scoppiata si disperde in schegge di opacità: lei a giudizio per truffa aggravata, lui tirato in ballo per faccende presunte fin che si vuole ma assai sconce tra pestaggi e affari con i pendagli da curva di San Siro, gente finita dentro per narcotraffico, per tentato omicidio. E il Fedez tuttora li rivendica come fratelli, oltre che guardie del corpo e possibili soci in affari.

Vi pare normale? Non degno di nota questo favoloso mondo dei trapper brianzoli o romani che come un moscaio si chiamava al telefono, tutti con tutti, tutti a ronzare su tutti a indagini scoppiate, con gli amici fraterni del racket della curva che finivano dentro in retata, e le intercettazioni che si scoperchiavano? Vi pare trascurabile che tutti questi trappettari abbiano preteso e ottenuto di finire a Sanremo per rifarsi la faccia e il conduttore di bronzo, da bravo toscano alla panna, li ha accontentati e adesso cade dal pero, “io ‘un sonnulla, io qui si fa solo arte, io mi dispiace che Killa si è ritirato”. Per forza, ha addosso accuse di macigno, armi per far male, cenoni natalizi imbarazzanti coi peggiori, e gli altri, a cominciare dall’ex Ferragnez, non stanno messi meglio. Killa a San Siro non poteva andare, ha il Daspo, a Sanremo sì, in limousine, a Sing Sing si vedrà.

Questi i modelli, quelli che fanno girare il grano, il Tony Effe condannato per rissa, spedito a servire alla Caritas, compare di bell’arte della Luini-Villain che “non si sente sicura in Italia”, dice con tracotanza io sputo soldi, io schizzo soldi e tale Giulia de Lellis, di professione influencer, lo guarda non si capisce se estasiata, certo complice. Questa Lellis, se non la confondiamo con qualche omologa, fu perfino invitata all’Università a dare lezione, non si sa di cosa; disse: “Io i libri non li leggo ma li scrivo” e il sottoscritto si tolse lo sfizio di andare in libreria a controllare: giuro che volevo ammazzarmi, una roba del genere neanche ai bambini decerebrati. Ma al termine della lectio magistralis si picchiavano, le risorse universitarie, per “selfarcisi”.

Adesso vi è chiaro una volta per tutte come mai ce ne occupiamo? Semplicemente perché questi, una volta toccato il fondo, non smettono mai di scavare, ma nella buca rischiano di finirci i vostri figli. Le testate mainstream, che spacciano falsità prima e omertà poi quanto a vaccini, auto elettriche e altre gigantesche truffe dai contorni stragistici, possono fare i finti britannici che nascondono gli ingaggi e i magheggi degli uffici stampa, noi no. Una coppia che fatturava i cinquanta, sessanta milioni l’anno coi miraggi, era finta da cima a fondo, finta in ogni suo momento, e lo ammettono e frignano per oscurare molto peggio; benefattori proiettati in politica, osannati, insigniti, e si ritrovano con pendenze giudiziari scabrose. Davvero dovremmo voltarci dall’altra parte, davvero non vale la pena parlarne? Ma se perfino i giornalisti di grido vanno al cospetto di uno come Fedez, perfino i politici!

Prima il Vannacci in stato confusionale, forse intossicato dal fumo passivo dell’hascisc che il monello conformista sparava in faccia al parà “legge e ordine” fissato con la “Decima”; ieri il leader di se stesso, Calenda, che si comporta esattamente come il suo ospite, canta della “Bella stronza” all’ex moglie politica Renzi. Due che insieme non pigliano il 2%. I nostri politici democratici vanno in fila da Fedez e noi non dovremmo farci caso?

Max Del Papa, 30 gennaio 2025

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