L’Italia è tornata ad attrarre capitali stranieri. Quindi investimenti, posti di lavoro, opportunità di crescita, di innovazione e di benessere. Ad azionare idealmente la calamita che attira la fiducia degli investitori stranieri sono stati diversi fattori, innanzitutto di carattere normativo e di indirizzo politico, come spiega a Nicolaporro.it l’avvocato Marco Cerrato, partner Maisto e Associati nonché apprezzato relatore alla Ripartenza 2025 di Milano.
“In Italia abbiamo un pacchetto di norme ormai abbastanza rodato che è finalizzato ad attrarre investimenti di varia natura, quindi capitali intesi sia come aziende sia come persone fisiche”, illustra Cerrato. “Sulle persone fisiche – aggiunge – ci sono alcune misure che hanno avuto particolare successo e che attraggono dall’estero persone ad alta capacità economiche e contributiva. Queste ultime vengono in Italia, fanno investimenti, aprono aziende e parlano bene dell’Italia nella comunità finanziaria internazionale”. Così si genera un circolo virtuoso che fa bene all’economia. In particolare, a parlare bene del nostro Paese è negli ultimi tempi soprattutto la comunità finanziaria di Londra, perché – annota l’avvocato – “dopo la vittoria dei laburisti c’è un esodo da Londra verso altri lidi che possono offrire un pacchetto fiscale più interessante”.
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L’Italia si sta dimostrando inoltre attrattiva anche a motivo di alcune scelte politiche. “Il governo – ha proseguito infatti Cerrato – ha leggermente ritoccato la flat tax per i neo-residenti che verranno in Italia da quest’anno e questo piccolo ritocco in aumento è stato molto ben visto dall’estero, perché conferma il fatto che il governo creda in queste misure. Quindi, ad esempio, vediamo come Milano sta accogliendo persone che aprono, soprattutto nel settore del private equity, ‘branch’ (succursali) o ‘subsidiary’ (società sussidiarie) nel nostro Paese. Per non parlare degli investimenti immobiliari”.
Certo, non mancano alcune criticità dovute a qualche antico gravame italiano. “Quando un investitore viene in Italia non guarda solo al fisco, ma guarda anche al sistema giudiziario, in particolare alla velocità e alla certezza della giustizia, e guarda poi al sistema del diritto del lavoro, quindi alla flessibilità, e alla burocrazia, tema rispetto al quale l’Italia non brilla, quantomeno nel percepito all’estero, nonostante i molti sforzi in essere”, dice al riguardo Cerrato.
Promosso invece l’approccio del “fisco amico” introdotto dal governo, con un’inversione di rotta rispetto ad alcune scelte del passato. Da un punto di vista tecnico, osserva Cerrato, “ci sono norme molto interessanti in materia di ‘cooperative compliance’, cioè la possibilità delle aziende di accedere a un sistema di denuncia preventiva di temi o di problematiche sulle quali si può discutere col fisco e avere in anticipo il semaforo verde o rosso. Questo permette di andare avanti con tranquillità, senza rischi, sorprese o procedimenti di accertamenti fiscali o addirittura penali”.
Marco Leardi, 11 febbraio 2025
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