Galli si converte alle riaperture

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Alla fine, anche lui ha capitolato. Massimo Galli ci aveva provato, martedì sera, ospite di Cartabianca, a piazzare qualche elemento tragico nel quadro confortante delle riaperture: il virus non sparirà nel 2022, non raggiungeremo l’immunità di gregge, i vaccini sono messi in forse dalle varianti. Ma il catastrofista per eccellenza s’è dovuto arrendere all’evidenza. E così, ieri, ad Agorà, su Rai 3 ci ha sorpreso: “Quando il 26 aprile si sono aperte molte danze”, ha spiegato, “la situazione non faceva presagire che le cose sarebbero andate così bene e invece i conti si sono rivelati più favorevoli. C’era il 10% di probabilità che le cose andassero bene e invece, devo dire, è accaduto”.

Non si capisce da dove il prof del Sacco abbia tirato fuori la percentuale, ma meglio arrivarci tardi che mai. La sensazione, in realtà, è che lui, come altri – Andrea Crisanti in primis, che vaticinava parecchie centinaia in più di morti al giorno – si sia reso conto di aver clamorosamente toppato le previsioni. E che, pertanto, cerchi di salvare un po’ capra e cavoli: l’incontrovertibile realtà dei fatti, ma anche la faccia. Pure sui vaccini, comunque, Galli ha dovuto fare un bagno di onestà: “Hanno spostato gli equilibri più velocemente di quanto mi aspettassi, francamente”. Insomma, a quanto pare, il rischio delle riaperture del 26 aprile, a differenza di quello che diceva Galli, era stato calcolato benissimo.

Su questo sito, il professore lo abbiamo criticato tante volte. Ma almeno, paragonato ad altri suoi colleghi – come Nino Cartabellotta, che parlava di un “inevitabile” aumento dei contagi da metà maggio e ora va in tv a fare la vittima dei critici di destra – Galli ha avuto la dignità di fare una piccola marcia indietro, dopo il breve embargo televisivo. Forse, il luminare inizia a rassegnarsi alla drammatica eventualità che – ce lo auguriamo tutti, soprattutto per la salute delle persone – attende dietro l’angolo i televirologi: se il virus si ritira, loro spariranno dai radar. Qualcun altro spera di prolungare gli attimi di celebrità. Ultimamente, Fabrizio Pregliasco è tra quelli che le sparano più grosse: il possibile “colpo di coda” del Covid, l’estate con la mascherina in spiaggia, il divieto di baci e notti focose… Passerà. Tutto passerà. Anche il quarto d’ora di celebrità dei medici-predicatori. Perché quando troppi Galli cantano, non si fa mai giorno. Ma una notte così buia non può durate per sempre.

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