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Gas, il vero motivo per cui il prezzo è schizzato

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Alcuni esponenti del centrodestra parlano della soluzione per il problema del gas dicendo sì alle sanzioni alla Russia, ma fermiamo la speculazione coi future al Ttf.

Abbiamo allora pensato di aiutarli con un grafico della domanda e offerta di gas, come si fa in economia per spiegare il prezzo. Qui si vede come la domanda cala con il prezzo, se il gas costa dieci volte di volte di più, molti chiudono la fabbrica o spengono il termosifone. Ma l’offerta, cioè la produzione no, quella per gasdotto quasi niente e quella del gas liquefatto per nave è anch’essa al limite. Se tagli l’offerta di gas russo, il prezzo che era a 30 euro/MWh esplode però a 200.

Questo grafico indica come si arriva tramite domanda ed offerta del gas a oltre 200 euro per MWh in Europa. Abbiamo indicato sull’asse verticale a sinistra i vari prezzi del gas, da quello russo che era sui 30 euro precrisi, al “price cap” di cui parlano nella UE (40…50 euro?), al prezzo attuale al famoso mercato ora in Olanda del TTF che è ora a oltre 200 per MWH.

Cosa si vede? Abbiamo anche indicato sull’asse orizzontale la quantità di gas (misurabile in TWH cioè migliaia di GWH all’anno).  

Il gas liquefatto per nave è quello tratteggiato.  Il gas liquefatto comprato è aumentato del doppio, prima era 13% e ora 29% in Europa e si vede che occupa molto spazio, ma ha ora un limite.

L’offerta di gas, quindi, non varia con il prezzo come succede negli altri mercati, infatti appare verticale. Di solito invece, se il prezzo di qualche bene triplica, se ne produce di più. La domanda si riduce e poi il meccanismo del mercato equilibra domanda e offerta ad un prezzo più basso e non succede mai che il prezzo aumenti di dieci volte.

Nel caso del gas l’offerta o produzione è poco sensibile al prezzo perché il gas estratto nel mondo non varia da un anno all’altro, prova ne sia che il prezzo è dieci volte l’anno scorso e la produzione mondiale è quasi invariata! Ovviamente, se il prezzo resta a livelli assurdi come questi, poi i produttori faranno investimenti, ma occorrono anni per aumentare l’estrazione, altri anni per i gasdotti e anche per i terminali di liquefazione e rigassificazione. In parole povere, il gas non è un mercato come gli altri.

A differenza del petrolio, il gas è spedito nel mondo all’85% per gasdotto e occorrono almeno da cinque anni a dieci anni per costruirne. Poi c’è il gas liquefatto per nave, ma fino al 2016 non esisteva quasi, era un fenomeno asiatico dove i gasdotti sono lontani e riducendo il carbone hanno iniziato a farlo arrivare per nave.

Morale. Per il prossimo anno l’offerta è fissa o quasi. La domanda cala, poco ma cala, l’offerta è fissa. Per cui se tagli l’offerta di gas russo il prezzo esplode comunque, speculazione o non speculazione.

Inoltre, nel caso del gas la domanda è poco sensibile al prezzo, nel senso che se aumenta di dieci volte il prezzo di qualunque altra cosa la domanda crolla, ma nel caso del gas, essendo necessario per riscaldamento, elettricità e produzione industriale, non può calare molto il consumo o torniamo indietro di cento anni.

Ha quindi ragione chi dice che non è la speculazione su derivati in Olanda che fa esplodere di dieci volte il prezzo, come ora dicono molti politici in campagna elettorale? È solo la domanda e offerta di gas? I governi europei si accaparrano il gas per nave che gira il mondo per tagliare quello russo. Per cui in effetti è la domanda e offerta che determina questi prezzi assurdi.

Però è il gas liquefatto per nave quello che determina ora il prezzo di 200 (o 300 euro). Per questo tipo di gas liquefatto il suo prezzo “giusto” di mercato è oltre 200 euro e la speculazione lo fa solo oscillare molto, ma alla fine se lo vuoi paghi prezzi sopra 200 euro.

Quello che molti non capiscono è che il problema è tutto nel famoso gas liquefatto inviato per nave. L’Europa paga più di tutti per cui chi lo liquefa e poi spedisce dirotta la nave verso l’Olanda dove costa 200 euro, mentre ad es in Asia ora sui 150 euro (per MWh).  L’Asia era la maggiore consumatrice di gas per nave perché ha meno gasdotti. Per colpa dell’Europa, che paga qualunque prezzo per non dover comprare gas russo, anche il prezzo in Asia è esploso.

E il gas invece che arriva per gasdotto da Russia, Algeria, Norvegia, Azerbaijan, che resta il 70% del totale?

Torniamo al grafico. Il gas da Algeria, Norvegia, Azerbaijan per gasdotto in più degli altri anni ha un limite e vedi la linea verticale lo indica. Se azzeri il gas russo, che ora è sceso solo al 9% del totale (per semplicità lo azzeriamo), vedi che devi pagare quindi 200 euro per il gas “sul mercato” al TTF. Se quindi metti un “cap” al TTF avrai un deficit e dovrai ridurre molto i consumi, resti al freddo e l’industria chiude.

Se il gas russo lo sostituisci con gas liquefatto che prima andava ad esempio in Pakistan o Cina, chi lo vende se ne approfitta. Se gli metti un “cap” a 40 euro, lo vendono in Asia e rimani al freddo e con le aziende chiuse. Se vuoi che il prezzo scenda da 200 euro, anche solo a 50 euro, devi insomma continuare a comprare gas russo.

Ma poi c’è il vero problema. Il gas per gasdotto e il gas liquefatto per nave, sono due cose diverse economicamente, uno costa poco e l’altro se ne vuoi ti costa un occhio. Il punto di cui nessuno parla è che il gas liquefatto per nave è aumentato ora fino al 30% del gas che arriva in Europa, ma l’altro 70% è gas inviato per gasdotto che NON è aumentato a 220 euro (prezzo del TTF di oggi).

Non c’è un mercato del gas per gasdotto, ci sono contratti firmati anni fa ad un prezzo che riflette solo in parte quello sul mercato. Quanto costa questo gas?

Se ad esempio leggi l’articolo di Fubini scopri che costa in media meno di 120 euro. Eurostat pubblica i dati del costo del gas per gasdotto perché anche se i contratti sono riservati ha accesso ai dati. Sembra che in Germania paghino a Gazprom solo 40 euro, ma anche il resto d’Europa e quindi l’Italia non paga 220 euro al TTF, ma meno di 120 euro.

Bisogna allora – lo ribadiamo – chiedere a chi compra per gasdotto con contratti firmati anni fa quanto lo paga, perché se lo paga 120 e lo rivende a 220 allora certo in questo caso lo Stato dovrebbe intervenire. È questo il vero problema non il tetto al prezzo del gas. L’altro problema è che se vogliamo avere un inverno decente non possiamo fare a meno del gas russo.  

Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, 12 settembre 2022

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