La Ripartenza

Gas o non gas: il dilemma elettrico

Idrogeno, infrastrutture, decarbonizzazione e gas. I temi toccati dalla terza tavola rotonda de La Ripartenza 2023

Idrogeno, infrastrutture, decarbonizzazione ed ancora gas. Questi sono stati i temi toccati dagli ospiti della terza tavola rotonda de La Ripartenza 2023. Sul palco, sono intervenuti rispettivamente:

  • Michele Crisostomo, Presidente di Enel;
  • Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont;
  • Mauro Micillo, Responsabile IMI Corporate & Investment Banking di Intensa Sanpaolo;
  • Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A

L’alternativa sostenibile, secondo Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont, sarebbe rappresentata dall’idrogeno: “C’è una alternativa tecnologica alla produzione di energia? Bisogna partire dall’idrogeno. Con la cattura della Co2, potendola raffreddare, oggi i pozzi esausti di gas che stanno al largo dell’Adriatico potrebbero essere oggetto di infrastrutture di compressione e mettere dentro l’idrogeno. Abbiamo un idrogeno subito disponibile, ma in Italia abbiamo anche un investimento di 200 milioni di euro dell’Unione Europea per trattare i rifiuti non bruciati e produrre idrogeno, appunto. Il consumo di idrogeno in Europa potrebbe però arrivare direttamente dai nostri consumi”.

Nonostante tutto, l’Europa dovrà scontrarsi con le tempistiche ed il rischio che gli obiettivi del 2050, relativamente alla decarbonizzazione, possano sfumare. A pagarne le spese sarebbero proprio le tasche dei cittadini: “Il problema centrale è il raggiungimento della decarbonizazzione nel 2050. L’elettrone verde per raggiungere l’obiettivo sarà l’idroelettrico, l’eolico ed il solare; accompagnati da idrogeno e biometano. Per arrivare decarbonizzati al 2050 servono almeno 2500 miliardi di euro”come affermato da Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A.

Un altro punto cruciale dinanzi a cui l’obiettivo carbone-zero rischia di sfumare, riguarda il campo delle infrastrutture. E lo spiega Catia Tomasetti, team leader del Focus Team Energy & Ecological Transition e membro del Focus Team Banche: “Mentre Enel è perfettamente in grado di gestire un progetto, il resto dell’Italia, soprattutto la pubblica amministrazione, ha una grandissima difficoltà a fare le gare e, soprattutto, a farle in tempo”.

Concludono la tavola Michele Crisostomo e Mauro Micillo, responsabile IMI Corporate & Investment Banking di Intensa Sanpaolo. “Sui tempi per le infrastrutture energetiche il piano è molto preciso e riflette i tempi del Pnrr: abbiamo in cantiere investimenti con progetti autorizzati per 3 miliardi e mezzo sui quattro messi a disposizione per la rete elettrica, da realizzarsi entro i due anni che ci attendono o quantomeno in un’orizzonte temporale penso 2026 del tutto in linea”, specifica Crisostomo. E Micillo: “In questi anni, abbiamo lavorato per dare concretezza alla sostenibilità. Chiaramente serve una cultura per la sostenibilità e la transizione. Per questi due temi sono parte del nostro processo di valutazione creditizia. Le aziende che percorrono il sentiero della transizione e della sostenibilità hanno minori rischi. E noi lo avevamo intuito già da tempo”.

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