Politica

Gay pride, a Elly Schlein resta solo la crociata per l’utero in affitto

Alla neo segretaria Pd non resta altro che gridare contro i presunti diritti negati dal governo Meloni

A volte, spesso anzi, i lettori sanno raggiungere una sintesi molto migliore di noi addetti ai lavori, che ci crediamo analitici: “Oh Max, ma la Schlein che cazzo fa? Con un mezzo golpe in Russia va al gaypride a zompettare in mezzo a quei quattro disperati?”. A quel punto, sentendomi provocato, ho cercato di rispondere all’altezza: “Sta cercando di salvare il salvabile, le restano solo quelli. E qualche terrorista”. Però è vero: il Pd ha un segretario che, indifferente al mondo polveriera, salta da un pride all’altro, altro non sa fare, immagina la mestizia al Nazareno: puoi. O forse non puoi, non si può capire l’imbarazzo, del resto affari loro, se la son proprio costruita loro.

Come quando dice che “i bambini non sono abusi edilizi”, e già siamo al Vendolismo senza limitismo. Casomai quei bambini sono abusati già dal concepimento, tramite la bioscienza più oscura: li ordini, li fai fare, all’estero, poi torni e in base al famoso principio di diritto “cosa fatta capo ha”, pretendi la regolarizzazione anagrafica, se no è fascismo. “Siamo in pericolo di regressione sui diritti, non solo in Italia con questo governo, ma anche in Europa”. Come ad ammettere che un continente intero è illegale siccome non fa quello che vuole Schlein coi clown in piazza e il sindaco Sala. Per non dire del resto del mondo, perfino in America cominciano a maturare seri dubbi, se non a ripensarci. E la mitica Cedu, che non è la Cepu, perfino lei, la Corte Europea dei Diritti Umani, sconfessa la disinvoltura di chi compra all’estero, compra vite purtroppo, e le pretende regolarizzate qua.

La legge non c’è? La legge non consente, anzi vieta espressamente? Chi se ne fotte, la legge siamo noi. Ecco la famosa legalità di sinistra, quella delle agende rosse, del garantismo gender, del cavillismo pro domo. Ecco l’abuso nell’abuso nell’abuso. Il mondo si sta accorgendo che è andato troppo oltre, sia in termini tecnici che burocratici con questa storia, ma la lobby gay gender, che c’è ed esprime i politici e i potenti del caso, tira dritto, parla di diritti e punta agli abusi, ovviamente da legalizzare. Perché è all’utero con la madre intorno che si punta. Utero buttato sulla bilancia e il contenuto pagato sull’unghia. È tutta una questione di mercato, dunque di lobby, di affaracci sulla pelle dei deboli, dei feti, della disperazione, un tipico vizio da epilogo democratico e triste epilogo, e i vizi che si trasformano in diritti sono abusi. Altro che matrimoni egualitari. Altro che battaglie per i diritti.

Per la Schlein di turno, i diritti sono solo questi, si esauriscono in queste crociate monodimensionali, il resto non esiste. Ma è una truffa. C’è un neopostmarxismo demoniaco che dice: non avrai niente e sarai felice, e vuol toglierti, per mano europea, la casa, la macchina, l’anima, il senso di responsabilità, l’identità sessuale, non più individui ma mattoni di un muro che si pressano e si contengono tra loro: vogliono togliere anche i figli, li danno ai troppi Bibbiano, però se uno ha i soldi sporchi per ordinarli, farli viaggiare per due uteri, ritirarli o farli consegnare dal corriere, allora la proprietà torna sacra. E se gli ordinamenti di quasi tutto il mondo si rifiutano, questi scappati di casa dicono: la legge siamo noi. Tutta questa premura, vedi caso, è scoppiata solo adesso, col governo Meloni, prima il genderparadiso poteva attendere.

Per approfondire:

Ma è difficile immaginare nel ruolo di genitori la gente vista ieri a Milano, culi per aria, frustini e lattice rosa. Questo è il target di Elly, che a volte nel vuoto politico e culturale non pare neppure desta: torna a catalessi. Una che da vicegovernatora emiliano romagnola porta pesantissime responsabilità sull’azione amministrativa in tema di ambiente, con le conseguenze che si sono viste: roba da vivere nascoste in convento da qui all’eternità, invece questa fa la Masaniella arcobaleno in tour. Ma con quali argomenti? La nostra armocromizzata non si schioda dagli amati slogan con la fuffa intorno, la Cassazione, oltre ad escludere formalmente qualsivoglia forma di pregiudizio reale sui bambini oggetto del contendere, ha ribadito il rifiuto alle pretese irragionevoli con un ragionamento molto semplice: scusate, ma perché non li adottate?

E qui sì ci sarebbe da fare una battaglia, condivisa da tutti: l’Italia vaticana è il paese dove adottare un bambino o un giovane è ancora un percorso di guerra, c’è la trafila più impossibile del mondo, vincoli che manco i parametri di Bruxelles, limiti di età, di coppia, di censo, interrogatori che manco a mafia e camorra, un costo totale che si aggira oggi intorno ai 50mila euro secchi, al netto delle eventuali corruzioni perché più sono gli enti, le istituzioni e più c’è da ungere gli sportelli. Perché la politica non fa una cosa utile, snellisce, sveltisce e rende possibile? Ci sono milioni di bambini, dalla Siria all’Ucraina, dal Sudan a chissà dove, e migliaia di famiglie, o anche di singoli, che dicono: vorrei tanto ma non mi è consentito. Hanno ragione e questa è una barbarie indegna di un paese evoluto. Sono cose semplici, volendo, ma che non si risolvono schiappettando mentre si frusta uno conciato da Gesù Cristo in croce: proprio per questo nessuno se ne occupa, nessuno se ne intesta l’impegno.

Troppo facile, qui a farla facile non c’è gusto, abbiamo una politica bizantina e sempre finalizzata. Perché facciamo a capirci: sul bimbo postal market si schiudono prospettive di mercato vertiginose, a tutti i livelli, mentre l’adozione semplificata le esclude. Fa risparmiare uno o due genitori pietosi che vorrebbero solo raccogliere vite sbagliate. E così restiamo il paese dove si ciancia di mancati diritti degli Lgbt, che è solo una formula falsa, e si vuole riconoscere l’assurdo anziché l’urgente. Un paese da Schlein, EllyGayPride, sembra una canzone dei Beatles, la segretaria garrula che non hanno visto arrivare e non vedranno sparire.

Max Del Papa, 25 giugno 2023

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it

LA RIPARTENZA SI AVVICINA!

SEDUTE SATIRICHE

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli