Esteri

Guerra in Medio Oriente

Gaza e Israele, le figuracce dem che imbarazzano Biden

Anche gli Stati Uniti hanno i loro Soumahoro. Il presidente nei guai per i suoi deputati: le fake news sulla guerra in Israele

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Ogni paese ha il Soumahoro che si merita, ed anche in questo gli americani non scherzano. Sembra impossibile immaginare qualcosa di più estremo del nostro deputato con gli stivali che in parlamento, letteralmente in canottiera, denuncia Israele (invece era Hamas) di aver colpito di proposito un ospedale di Gaza (invece era il parcheggio), così come riferitogli da un testimone oculare (probabilmente un amico immaginario). Invece, al di là dell’Atlantico, la deputata Rashida Tlaib, già nota per aver dichiarato di riferirsi a Dio con il pronome femminile, si è esibita kefiah al collo davanti al Congresso spronando la folla contro Biden: “Non ci sentiamo sicuri con te!”, “stiamo aiutando persone che commettono un genocidio!”, “dobbiamo smetterla di finanziare l’oppressione delle comunità indigene (riferendosi ai palestinesi)!”.

Il problema è che la signora Talib è dello stesso partito di Biden e nossignore, non è una democratica come le altre. È una dei membri di The Squad, la squadra degli ultra progressisti del congresso, quelli che per far gareggiare un energumeno che si sente donna nella gara di pesi femminili si venderebbero l’anima, quelli che al Columbus Day festeggiano il giorno della cultura indigena, quelli a cui Twitter si è guastato il giorno in cui Hamas ha trucidato 1400 israeliani e si è riattivato alla fake news delle centinaia di morti sotto le macerie dell’ospedale colpito dai nazisti di Netanyahu. D’altronde, l’atteggiamento che si assume verso Israele non è solo una posizione politica, ma è il rilevatore di una mentalità, ed oggi la stampa USA sta rispolverando le passate dichiarazioni della signora Tlaib che un giorno, per rispondere alla domanda semplice semplice di un giornalista: “Israele ha il diritto ad esistere?”, si è prima arroccata in una supercazzola che neanche la Schlein, poi ha risposto: “Ha diritto a coesistere”. E non è l’unica, pochi giorni fa la compagna di squadra Ilhan Omar ha retwittato la foto di una fossa di piccoli cadaveri dal titolo: “Genocidio di bambini in Palestina”. Peccato che la foto risalisse alla guerra in Siria di dieci anni prima, ed a denunciare le fandonie della Omar è intervenuta addirittura l’AIPAC, la più importante organizzazione politica ebraica degli USA, che ha da sempre ottimi rapporti con i Democratici.

Finché sono i Fratoianni nostrani a urlare contro gli Amerikani va bene, ma che lo facciano gli americani stessi, perlopiù quelli nel partito del presidente, è più preoccupante. Soprattutto perché gli USA stanno entrando nella campagna per le presidenziali 2024, Biden appare fisicamente sempre più affaticato, non c’è nessuno all’orizzonte che potrebbe sostituirlo nella corsa al secondo mandato, e l’unica cosa su cui può contare è un Partito Democratico coeso alle sue spalle. I repubblicani, seppur in lotta al loro interno, si sono ricompattati sul sostegno ad Israele e nell’opposizione all’Iran. I Dem hanno una frangia progressista talmente appiattita su retoriche woke e terzomondiste da far storcere il naso anche all’elettore più fidato.
Si sa che i tempi di guerra sono una fonte inesauribile di menzogne e false notizie, ed i turbo-progressisti che vogliono salvare l’umanità si stanno abbeverando a più non posso.

Pietro Molteni, 20 ottobre 2023

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