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“Uno spirito comunitario e di appartenenza, un orgoglio per le proprie radici e un’etica del lavoro, che non significava affatto chiusura mentale o fisica ma consapevolezza dell’importanza di creare relazioni e condivisioni, nonché una coesione vera e cioè di prossimità.”
L’esatto opposto di ciò che sta accadendo fra le Regioni italiane, da più di 150 anni costrette alla convivenza forzata, in questo periodo moltiplicato per 27 all’interno dell’UE. Come topi in una gabbietta: in due si divertono, in quattro si sopportano, in otto si ammazzano.
A meno che alcuni non s’ammalino e crepino da soli, così torna la calma…
Sono sostanzialmente d’accordo, ho qualche dubbio in merito all’indeterminismo di Heiselberg, alla meccanica dei quanti di Bohr, alla teoria delle catastrofi di Thom e alla teoria dei giochi di Nash. Chiedo quindi un intervento di Romanaccio, noto studioso capitolino che talora si affaccia su queste pagine per illuminare noi tapini coi suoi profondissimi pensieri.