Gli effetti collaterali del caos vaccini

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L’ennesimo casino sui vaccini, questa volta proposti in versione cocktail al richiamo, comporta alcune conseguenze di carattere logico, cioè non smentibili. La prima: o questi sono dei pazzi furiosi, dei dottor Doolittle, degli apprendisti stregoni che davvero giocano con la pelle della gente sostenendo di salvargliela; oppure sanno che i marchi, Astrazeneca, Pfitzer, Moderna, Johnson & Johnson, sono solo una diversificazione del mercato che in realtà nasconde l’identico prodotto, e allora peggio mi sento. Farmaco sperimentale e va bene, chiunque provvisto di un minimo di senno, non intossicato dalle imbecillità distopiche alla Grillo (prima: poi si è riconvertito con la solita violenza infrangibile), capisce che un vaccino escogitato per arginare una crisi globale, sanitaria, economica, sociale, doveva per forza andare incontro a incognite e, disgraziatamente, i soggetti da testare sono tutti: non c’è alternativa o meglio ci sarebbero le cure alternative, sulle quali tutti si improvvisano luminari, solo che brancolano nel buio e noi con loro.

Ora, farmaco in fieri, sperimentale, a base di rischio, passi pure, se vogliamo essere ragionevoli e tolleranti; ma qui gli esperimenti si fanno tipo Pierino con la nitroglicerina, riassunto delle puntate precedenti: habemus vaccinum et erga omnes, fanno bene, sono buoni e sviluppano i superpoteri; no, AZ no, per la Germania sono micidiali e li blocca; anche noi, anche noi però contrordine virologi, non c’è problema, però se li fate dai 60 anni in su è meglio; passa la buriana e zitti zitti l’età si abbassa, si arriva a spararli ai ragazzini, ne muoiono 4 tra cui una sportiva 18enne sanissima, però che sarà mai, Speranza fa finta di niente, Draghi fa finta di niente tanto le maledizioni se le piglia Speranza, che sta lì per quello, Crisanti ammette che i vaccini li fanno ai bambini perché c’è da smaltire le scorte, l’imprenditore Cartabellotta, gastroenterologo con la passione delle profezie sballate, propone “i vaccini di scarto diamoli ai poveri”, lanciano gli open day cioè una trovata da balordi, li ritirano trafelati, nessuno sa chi li abbia voluti, attenzione però, con Pfitzer si schianta peggio che con AZ (e chi scrive, maledetto lui quando si è deciso, ne sa qualcosa), AZ solo ai vecchi, no, solo ai giovani, no a nessuno, saltano tutti gli schemi e tutti piglian di tutto a prescindere dall’anagrafe, Draghi, sempre più somigliante alla Sfinge o alla Sibilla cumana, col suo sorriso un po’ rettilesco ripete, avanti, avanti, si va avanti e di qui si arriva al long drink vax. Intanto, piaccia o non piaccia, la gente ci resta secca (pochi, pochi, ma giustamente Gianni Rivera, facendo inorridire Vespa, osserva: se capito tra quei pochi, non sono contento).

La sensazione è che, detto alla francese, nessuno ci capisca un cazzo. Su tutto e niente, anche perché si dice di tutto e il contrario di tutto su ogni cosa. Solo che la pelle è nostra e allora sentirsi cavie diventa inevitabile: non in quanto sottoposti a vaccino assassino siccome sono tutti Hitler (anche Bill Gates? Anche lui) ma perché a questo punto è chiaro che la totale incertezza si traduce in sconsideratezza, aleatorietà, insomma a chi tocca tocca. La comunità scientifica è più che sputtanata, le istituzioni dal Csm al Cts peggio che peggio, a fronte della questione di base, che tuttora rimane: grazie agli insabbiamenti cinesi ancora non si sa come diavolo lo abbiano inventato questo Covid, anche se ormai è incontrovertibile che è uscito dai loro laboratori di Wuhan, che pagavano il silenzio bugiardo di mezzo mondo e dei santoni alla Fauci, uno che quando Trump lo silurò tutti gridarono al maiale (Trump, è chiaro) e adesso nessuno vuole neanche sentirlo nominare, più svalutato di un Galli, uno Zorzi, uno Scanzi, una Murgia. Anche senza scomodare “le multinazionali del big pharma che ci sterminano per i loro profitti”, così, tutto d’un fiato, come da comandamento unico del lunatico, della serie “quello che sai è falso, quello che non sai è vero”, ce n’è abbastanza per mandarli tutti all’inferno, per non fidarsi più di nessuno, e per pentirsi di essersi vaccinati, come è successo a tanti di noi. E adesso uno come me che dovrebbe fare? Andare al richiamo per ricevere 1/3 di Pfitzer, 1/4 di AZ, 1/8 di &J e poi pepe, cajenna, noce moscata, nduja, torrente de fuego, nitro, glicerina e lingua del diablo come i suppostoni lassativi del duca conte Semenzara?

Ci avete preso per coglioni e per i coglioni: questo è. Nostra culpa? Forse, anche. Ma se non ci si può più fidare neanche della scienza, con le dovute cautele, che altro resta? L’omeopatia? La danza della pioggia? Affoghiamo in un marasma colossale, nella sgradevole sensazione di venire spinti alla roulette russa e ci vuole il coraggio di Draghi (che nessuno richiama alle sue responsabilità, colossali) nel dire che “non c’è confusione”. No, infatti, siamo oltre, siamo al caos primordiale e forse definitivo, Ema, Cts, Aifa, Governo, Regioni, tutti in ordine sparso e si salvi chi può. Ma Burioni, questo Robespierre dei sieri, insiste: a ottobre se non rigate dritto, nuovo lockdown. Quello che quindici mesi fa diceva che era più probabile ti centrasse un fulmine del Covid. L’altro ieri ha twittato, alla Furio Zoccaro: ah, se non vi fidate che vi devo dire, peggio per voi ma non contate su di me, io non vi salvo più. La prima cosa incoraggiante che dice, da anni. Speriamo mantenga, ma, ancora una volta, non contiamoci.

Max Del Papa, 15 giugno 2021

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