Politica

Gli studenti supini sul green pass protestano solo contro Meloni

Da giorni dilagano le manifestazioni studentesche anti-governo. Dove erano ai tempi delle restrizioni?

studenti giorgia meloni

Da Roma a Milano, da Napoli a Venezia. Nelle principali città italiane ormai da settimane dilagano le proteste degli studenti contro il governo Meloni. Cori, striscioni e slogan in alcuni casi. Lanci di uova e petardi, manichini impiccati e foto di leader politici date alle fiamme in altri. Nelle piazze il clima diventa ogni giorno più rovente, con immagini (talvolta anche violente) che rievocano scene d’altri tempi.

Resistenza farlocca

Sembra quasi d’esser tornati indietro di decenni. Gli studenti invadono le piazze, reclamano diritti e libertà e occupano le scuole. Denunciano a gran voce ogni forma di fascismo, di odio e discriminazione e organizzano la ‘resistenza’. Condannano il sistema, definendolo ‘marcio’, e protestano contro il governo. Fin tutto lecito (o quasi) verrebbe da dire. I giovani scioperano, fanno sentire la loro voce, e lo fanno nei luoghi dove trascorrono gran parte delle loro giornate e con i mezzi che hanno a disposizione (sebbene taluni andrebbero decisamente evitati).

Tornano scioperi e cortei

Tutto normale, dunque? Non esattamente. Anzi, tutt’altro. Di normale, rispetto a quanto accaduto in queste ultime settimane con le proteste studentesche, non c’è assolutamente nulla. È dal 26 settembre (all’indomani del voto delle Politiche) che si vedono studenti scendere in piazza e protestare contro il governo. Contro l’esecutivo uscente guidato da Mario Draghi, penseranno i meno informati. E invece no. Ed è proprio questo il paradosso: i movimenti degli studenti da un mese a questa parte organizzano scioperi, manifestazioni e cortei per protestare all’indirizzo del nascituro governo di centrodestra. Evidentemente, gli studenti in questione devono aver mal digerito il risultato delle urne, e, probabilmente, non si rassegnano all’idea che gli italiani abbiano democraticamente scelto di consegnare il Paese alla coalizione di centrodestra attraverso libere elezioni.

Passivi ai tempi del covid

Così facendo, tali giovani danno innanzitutto prova di nutrire scarso rispetto verso le istituzioni. Ma ciò che è peggio, è l’intolleranza da questi dimostrata rispetto alle scelte elettorali degli italiani, che in democrazia (perché democratico è il nostro sistema) andrebbero sempre e comunque accettate. Inoltre, non bisogna altresì dimenticare che gli studenti che oggi protestano così animatamente contro un esecutivo neppure insediatosi, sono gli stessi ai quali negli ultimi due anni e mezzo sono stati negati tutti i diritti possibili e immaginabili, ivi compreso il diritto allo studio. E cosa hanno fatto questi giovani cuori impavidi in tutti questi mesi? Assolutamente nulla. Hanno accettato passivamente tutte le scelte della politica senza mai proferire parola, rassegnati a vedere calpestate tutte le loro libertà.

Allora è lecito chiedersi, ma quest’improvvisa voglia di democrazia e libertà è realmente spontanea, o piuttosto i nostri giovani eroi sono dei ‘pupi’ con tante ideologie ma poche idee?

Salvatore Di Bartolo, 22 ottobre 2022

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