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Fine emergenza mai

Gli Usa sospendono Johnson&Johnson, l’Europa prolunga il green pass

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Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno sostanzialmente sospeso la somministrazione del vaccino Janssen, prodotto dalla Johnson & Johnson, limitandolo ad una ristrettissima fascia di persone a cui gli altri vaccini non possono essere inoculati. Ciò a causa dei rischi accertati di trombosi: 60 casi, di cui 9 letali, su circa 19 milioni di dosi somministrate.  Contemporaneamente il Parlamento dell’Unione europea vota a grande maggioranza – 432 voti favorevoli, 130 contrari e 23 astensioni- il prolungamento del green pass europeo fino al giugno del 2023.  E sebbene per  l’applicazione definitiva del provvedimento servirà un accordo con i Paesi membri,  sul piano politico esso dimostra che in gran parte del Vecchio Continente continua a prevalere quell’inusitato principio per la massima sicurezza, che in Italia abbiamo interpretato quasi alla cinese, esclusivamente rivolto a salvaguardare i cittadini dal contagio di un virus endemico e, attualmente, non più grave di una comune influenza. 

E mentre gli americani, dimostrando ancora una volta il loro pragmatismo, con il blocco del citato vaccino, hanno correttamente allargato il concetto di rischio anche ad uno dei vaccini in circolazione, senza mai peraltro arrivare ad imporne l’obbligo, così come è accaduto in Italia; l’Europa, la quale sembra essere andata a lezione da Speranza e Ricciardi, con il green pass infinito ribadisce l’idea folle secondo la quale nel mondo la principale malattia da cui tenersi alla larga è quella causata dal Sar-Cov-2, dal momento per nessun’altra patologia infettiva è stato mai realizzato codesto infernale lasciapassare sanitario. 

Ma per indorare la pillola alla crescente massa di riottosi, che nel nostro disgraziato Paese rappresentano una esigua minoranza, lo stesso Parlamento europeo chiede agli Stati membri di «astenersi da ulteriori restrizioni alla libertà di movimento per i titolari del certificato, a meno che non sia strettamente necessario». Qualora le restrizioni risultassero necessarie, queste «dovrebbero essere limitate e proporzionate in base agli ultimi consigli scientifici del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e del comitato per la sicurezza sanitaria Ue».

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