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Gretini, Sardine e grillini: tre sintomi della stessa malattia

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Mi sono chiesto se per caso l’ambientalismo non fosse una forma di patologia psichiatrica che colpisce il comportamento collettivo. Senza sorpresa ho scoperto che siffatta patologia esiste: si chiama groupthink. Esempi di manifestazioni di tale disturbo mentale mi sembrano, a livello planetario, i Gretini e, a livello nostro nazionale, le Sardine. Milioni di persone nel primo caso e migliaia nel secondo sono scesi in piazza per protestare contro cose ignote a essi stessi.

Greta aveva cominciato con lo sciopero per il clima – che già di suo sembra cosa bizzarra – e pur continuando a lamentarsi che, dopo un anno, nulla è stato fatto, si astiene dal dire cosa avrebbe voluto si facesse esattamente per ‘sto clima. Ma i Gretini? Imbevuti di un pensiero, quello di Greta, a dir poco infantile (e giustamente, perbacco!), protestano contro il mondo intero, che però è lo stesso mondo che li accoglie a braccia aperte: raro caso di vittima e carnefice a braccetto. Caratteristica comune a ciascun individuo dei due gruppi – Gretini e Sardine – è, verosimilmente, il timore di sentirsi isolato se non ne facesse parte. Non si spiega altrimenti l’affluenza. I Gretini nulla sanno di clima, com’è stato dimostrato, in occasione delle loro manifestazioni quando, chiunque di loro, intervistato sul perché si trovasse lì, non ha saputo rispondere. Lo stesso le Sardine: se gli si chiede, il loro progetto è «scendere in piazza». Fine del progetto. E anche questa loro vaga opposizione contro Salvini è quanto mai curiosa: Salvini è solo uno che è stato eletto coi voti di milioni d’Italiani: per essere contro Salvini, basterebbe non votarlo. Dicono che l’uomo parli alla pancia di chi lo vota. Secondo me parla alla loro testa.

La patologia psichiatrica di cui parlo non è semplice conformismo – che sarebbe naturale nelle persone più giovani – ma conformismo razionalizzato. Il gruppo affetto da questa forma di demenza si convince, innanzitutto, di essere in una posizione eticamente superiore. Fateci caso: quante volte i comportamenti promossi dagli ambientalisti sono qualificati come virtuosi? Tipo: sei virtuoso se bevi dalla bottiglietta d’alluminio o se vai in bicicletta, e sei dannato se bevi dalla bottiglietta di plastica o se per andare da Londra a New York t’ostini a prender l’aereo. Il conformismo, qui, non è passivamente praticato, come ci si attende che facciano i bambini, ma è fatto legge, nel senso che chi non si conforma diventa, per codesti malati, un fuori-legge da demonizzare. Pensate, ad esempio, com’è apostrofato chi avanza dubbi sull’origine antropica del clima che cambia: negazionista, dicono. Che, per il solo fatto di non far parte del gruppo, è considerato malvagio e amorale, quando non corrotto. Ho esperienza personale di un piccolo blog di periferia di disturbati che continua a chiedermi quanto denaro mi danno le compagnie petrolifere, per il solo fatto di negare, io, che abbia dimostrato la propria asserzione chi sostiene l’origine antropica del clima che cambia.

La chiusura mentale è altra tipica manifestazione della patologia psichiatrica in parola. Il gruppo che ne è affetto è privo della disponibilità ad anche solo ascoltare le ragioni di chi si oppone al pensiero, che è unico – nel senso che v’è un solo pensiero – del gruppo, alla cui coesione è sacrificata ogni creatività individuale e autonomia (di originalità manco a parlarne) di pensiero. I climatologi Gretini hanno appunto invocato il silenziatore per ogni loro oppositore. Elemento essenziale affinché il gruppo affetto da tale patologia possa mantenersi in vita è l’autoconvincimento di universalità del loro pensiero. Per esempio, i Gretini del clima (e qui ci metto anche gli adulti Gretini) hanno bisogno di ripetere continuamente che sui loro convincimenti vi sarebbe «consenso scientifico».

È, questa, l’ultima arma che hanno e quando, messi con le spalle al muro a render conto del perché i fatti del mondo contraddicano le loro convinzioni, non gli resta che obiettare che «tutti gli scienziati hanno le stesse convinzioni». Il disturbo mentale è evidente nel momento stesso in cui, quando 11 scienziati manifestano il proprio dissenso – palesemente così sconfessando quel “tutti” – quei poveri malati sentono il bisogno di produrne 11 mila a proprio sostegno, inventandoseli di sana pianta, come hanno fatto. «Oltre 11.000 dell’Alleanza-degli-scienziati-del-mondo, avvertono della crisi climatica», è stato il loro comunicato, ma non esistono né l’Alleanza-degli-scienziati-del-mondo, né gli 11.000 sbandierati scienziati. Brutta malattia mentale, eh?

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